Il dibattito

Italia Nostra: i Verdi bloccano il Virgolo

Il presidente:«Hanno bocciato il nostro progetto di recupero premiato dall’Europa. Così resta un deposito di rifiuti»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Il problema del Virgolo? Un certo ambientalismo. Ecco l'outing di Stefano Novello, architetto, presidente di Italia Nostra, primus inter pares tra gli ambientalisti. "Ci sono finito contro adesso a questo muro di no a prescindere. Adesso che finalmente ci sono i progetti. E sono tutti a bassissimo impatto, ecologici, morbidi, leggeri come una piuma. E invece ecco i no. Sempre e solo no. Ho paura che ormai il loro sia un no endemico". Novello ha appena vinto il Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa con una sua idea progettuale di Virgolo riconsegnato alla città: passeggiate archeologiche, funivia veloce, stazioni a monte e a valle, riqualificazione del landscape, valorizzazione dell'esistente. Nessuna casa in più, neanche un muretto.

La risposta ambientalista?

"Del tipo: ragazzo, lasciaci lavorare".

Seriamente?

"Un'architetta dei Verdi mi ha lasciato parlare e poi ha detto: sì carino, ma a me il Virgolo piace vederlo dal basso. E allora meglio così, selvaggio".

Perché questa resistenza?

"E' una visione novecentesca dell'ecologia. Si crede che lasciando le cose come sono si preservino".

E invece?

"Semplicemente si deteriorano. Si degradano. Se si vuole lasciare il Virgolo al suo destino naturale diventerà sempre più, come è già ora, un deposito di rifiuti, di siringhe usate, di clandestini e di sporcizia. E soprattutto non sarà fruibile".

E per renderlo fruibile?

"Ricordo ai Verdi ed a certi ambientalisti, che occorre costruire qualcosa. Poco ma sempre qualcosa".

Del tipo?

"Una funivia ad esempio. O nuovi sentieri. E farci qualcosa lassù per cui valga la pena fermarsi. Ma niente di nuovo. Un albergo, opere di giardineria ambientale, impianti sportivi, tempo libero. Percorsi culturali. Quello che già avevo previsto nel mio progetto".

Ma servono soldi...

"Appunto. Questo è l'altro nodo. Tanti parlano di protezione ambientale e riqualificazione senza tenere conto delle compatibilità. Sul Virgolo i terreni sono privati, ad esempio".

Il progetto Thun?

"Non andava. Troppo visibile. La collina sarebbe diventata un luna park".

E invece l'altra settimana la Signa di Benko ha proposto un concorso e una giuria per esaminare tre progetti per il Virgolo di tre archistar. Che ne pensa?

"Molto bene. Li ho visti i progetti. Da Zaha Adid a Snohetta sono tutti in linea con i parametri che avevo individuato per la mia proposta. Significa una cosa: che sul Virgolo non servono condomini ma semplicemente valorizzare l'esistente. La collina è un piccolo tesoro paesaggistico. Va restituito a Bolzano per quello che può offrire".

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E infatti anche le archistar hanno escluso iniziative immobiliari...

"E' così. Anch'io avevo inserito il progetto nei vincoli del Puc comunale. Nessun condominio. Sarebbe catastrofico. Con sentieri culturali, ristorante, caffè, terrazza, rivalutazione dei due masi esistenti, impianti pubblici sportivi e no e ristrutturazione del Bellavista".

E una funivia...

"E certo. Io la faccio partire dall'Eurac. Le altre proposte del concorso Signa prevedono Piazza Verdi. Una differenza di tre minuti".

Ma non andava neppure la funivia?

"Per gli ambientalisti no. E' impattante. Porta gente e movimento. Ma dico: l'unico modo per non far morire quel luogo panoramico è renderlo vivo, portarci i bolzanini. Ma sembra che a loro vada meglio il buon selvaggio...".

Italia Nostra che pensa di Benko?

"Mi limito al suo campo di intervento sul Virgolo. Ebbene sarebbe una gran cosa. Perchè i terreni lassù sono privati e i privati sono gli unici che potrebbero investire. La controprova è che il pubblico, cioè il Comune, ha lasciato la collina in questo stato per trent'anni".

E se dopo la eventuale bocciatura del Kaufhaus Benko si sganciasse?

"Il Virgolo potrebbe restare così per altri trenta. E temo anche per la nuova cantina di Gries e le altre riqualificazioni. Sul Kaufhaus tutti possono pensare il meglio e il peggio ma vorrei che si potesse parlare dei progetti senza paraventi ideologici. Tenendo il meglio, come l'uscita di via Garibaldi dal degrado o una collina finalmente fruibile, e migliorando il peggio. Ma partendo da questo: senza i privati sogniamoci di fare progetti che non siano la costruzione di nuovi alloggi".













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