Sul Virgolo in tre minuti «ma senza speculazioni»

Cancellata l’ipotesi iniziale di prevedere delle villette da vendere a peso d’oro L’architetto Delugan: «Ambiente e paesaggio saranno decisivi per il rilancio»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Ecco come potrebbe essere il Virgolo fuori dalla decadenza in cui è precipitato: un minuto per salirci con la funivia, tre minuti da Piazza Walther, un nuovo albergo, spazi verdi, sport e sale multifunzionali. E soprattutto, niente case. Spariscono i condomini dall'orizzonte della collina. "Posso assicurarlo, non si costruiranno villette. Quelle sono escluse in partenza" dice Roman Delugan, archistar austriaca e presidente della giuria che ha appena selezionato i progetti di Zaha Adid, Snohetta e Himmel(b)lau. Sono gli studi internazionali a cui la Signa di Benko ha affidato il compito di immaginare il futuro landscape, l'orizzonte paesaggistico della città dall'alto. Tanto complessi e di qualità che la "commissione Delugan" (con lui architetti e progettisti anche bolzanini da Angonese ad Azzolini) non è riuscita a decidere nel giorno assegnatole. Lo farà entro luglio. Ma c'è un'esclusa. Ed è Zaha Adid. "Forse la sua proposta era troppo monumentale - rivela Heinz Hager, il proconsole di Benko a Bolzano- la giuria ha privilegiato approcci più morbidi". Perché alla fine, tra i due rimasti, ci sarà un solo vincitore. E su quell'idea di Virgolo, Bolzano si confronterà. "Benko ha voluto un altro approccio - aggiunge Hager - che sarà in sostanza un dibattito preventivo". Perché Benko? Per la ragione che è sua l'opzione d'acquisto dei terreni interessati alla riqualificazione. Quei quaranta ettari che il gruppo di imprenditori altoatesini ha "ceduto" fino alla scadenza di fine anno al tycoon austriaco. E per i quali , lo stesso gruppo bolzanino di immobiliaristi, ha chiamato a rispondere il Comune: venti milioni di danni sono stati richiesti per il blocco urbanistico legato alla destinazione d'uso che sta pregiudicando la valorizzazione dell'area. Molte le proposte ( e le proteste) fatte finora per la collina. Ma tutte con un difetto: non tengono conto dei costi e neppure che l'area non è pubblica ma privata. Ma è su questo terreno che Roman Delugan si è fatto delle idee molto precise.

Cosa ci sarà sul Virgolo, architetto?

"Inizierei col dire: cosa sarà il Virgolo. Ebbene, una terrazza sulla e della città. Dovrà esserci un segno di congiunzione. La collina deve tornare a Bolzano. Già orograficamente ci è in mezzo».

Cosa prevedono i due progetti che hanno superato questa prima fase?

"Un approccio molto soft. Una stazione a valle e una a monte con collegamenti velocissimi. Un minuto per salire, pochi di più per arrivarci dal centro. E poi un nuovo hotel e tanti spazi multifunzionali".

Per fare cosa?

"Abbiamo lasciato la porta aperta. E' questo il senso dell'operazione. Ci si confronterà sul progetto ma il contenuto nascerà dalle esigenze della città. Immagino sport, tempo libero, cultura, natura".

E le case. Molti temono un'operazione immobiliare?

"Nessuna casa. Nessuna villetta in collina. Mi spiace per chi vorrebbe abitare in una magnifica terrazza sulla città".

E dove sarà il business per gli investitori?

"Anche su questo la strada non è segnata. Ma quando si fa una cosa bella il guadagno sarà di tutti. Magari dallo sport, dagli impianti, dall'albergo immagino. Ma per adesso dico: Bolzano non può perdere l'opportunità di aprirsi verso l'alto. Di essere vista da un'altra prospettiva. Qualsiasi città lo avrebbe già fatto. Mi stupisco del vostro ritardo...».

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