Italiani fuori dal Senato allarme sulla riforma

Il governo prevede solo due delegati di Bolzano nella Camera delle regioni Zeller al ministro Boschi: aumentate a tre o salta la rappresentanza italiana



BOLZANO. Gli italiani dell’Alto Adige rischiano di restare fuori dal «nuovo» Senato. È questa la «grana» emersa ieri durante un incontro del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi con i senatori Karl Zeller, Vittorio Fravezzi, Albert Lanièce (Gruppo per le autonomie) e il deputato Daniel Alfreider (Svp). È una questione di numeri, ancora provvisori, perché con il ministro Boschi ieri la discussione riguardava il testo di riforma costituzionale su cui la maggioranza sta preparando gli emendamenti che saranno depositati nelle prossime ore. Ma il rischio che salti la rappresentanza italiana c’è, come confermano Zeller e Fravezzi, che di fronte alle anticipazioni di Elena Boschi hanno messo le mani avanti: «Così la presenza di senatori del gruppo italiano non è garantita».

Rispetto alla impostazione iniziale del Senato non elettivo, la versione di cui si sta discutendo in questi giorni ha ridotto ulteriormente la composizione. Il governo punta a un Senato con 100 rappresentanti tra sindaci (un quarto), consiglieri regionali (tre quarti) e cinque nominati come gli attuali senatori a vita. Ogni regione sarà rappresentata in modo proporzionale alla popolazione. Rispetto all’unico rappresentante ipotizzato per Molise e Valle d’ Aosta, lo scenario annunciato dal ministro Boschi per il Trentino Alto Adige sarebbe di due rappresentanti per Bolzano e due per Trento, con rispettivamente un sindaco e un consigliere provinciale. Ma il sindaco non deve necessariamente essere il sindaco del capoluogo e allora brutalmente Zeller pone la questione: «Se i rappresentanti saranno due, difficilmente potrà esserci un italiano. Non ci siamo proprio con i numeri. Abbiamo detto al ministro che la rappresentanza deve tenere conto dei gruppi linguistici». Conferma Fravezzi: «Eh sì, con solo due seggi per l’Alto Adige il senatore italiano potrebbe non esserci più. Il ministro Boschi non si è sbilanciata, ma ha riconosciuto che la nostra obiezione è sensata». La proposta suggerita è di portare a tre i senatori altoatesini. Aggiunge Zeller: «Con Bressa cercheremo di sistemare questo problema». Il sottosegretario Gianclaudio Bressa anticipa che oggi contatterà Elena Boschi: «A Roma quando scrivono le leggi fanno i calcoli regione per regione senza tenere conto di temi come le minoranze. Bisognerà intervenire». Non è comunque scontato che Bolzano e Trento ottengano in tutto cinque senatori, visto che in base alla popolazione la cifra più plausibile per il Trentino Alto Adige, è stato detto, sarebbe tre, nemmeno quattro. Allora il senatore Francesco Palermo prova già a buttare sul tavolo la sua domanda: «Davvero il gruppo tedesco non potrebbe indicare un sindaco o un consigliere italiano su due? Siamo ancora così?». E poi c’è il tema della difesa delle competenze dell’autonomia speciale, altro problema discusso ieri con Elena Boschi. Così Zeller: «La riforma del Titolo V, anche con i correttivi, conserva una impostazione centralista. Al ministro Boschi ho spiegato che potremo votare questo testo solo se saremo messi al riparo». Il gruppo presenterà emendamenti. « La nostra richiesta principale riguarda l'inserimento di una clausola di previa intesa per la modifica degli statuti speciali e la clausola di salvaguardia, che garantisce lo status quo alle autonomie speciali, sino all'adeguamento, previa intesa, dei rispettivi statuti speciali», anticipano Zeller e Fravezzi. Di autonomie speciali ha parlato ieri il ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta nella audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali. Promozione delle specialità, ma senza disparità di trattamenti, ha detto il ministro, competenze differenti per situazioni territoriali differenti, limitazione al minimo indispensabile dei controlli preventivi e formali, ma con rafforzamento di quelli successivi e sulla gestione.

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