Kaufleute, nove accusati ora rischiano il processo

La Procura ha inserito tra gli inquisiti anche il consulente Martin Kreil Chiusa l’inchiesta con conferma di tutte le ipotesi accusatorie più gravi


di Mario Bertoldi


MERANO. La Procura conferma l’accusa di associazione a delinquere oltre a quella di truffa aggravata. Il sostituto procuratore Igor Secco ha concluso l’indagine sull’associazione «Kaufleute Aktiv» in relazione ai contributi a fondo perduto elargiti dal Comune di Merano dal 2006 al 2011 per l’organizzazione del Mercatino di Natale. Il magistrato ha depositato nelle ultime ore l’avviso di conclusione indagine che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Tutte le ipotesi di accusa hanno trovato piena conferma: si va dall’associazione a delinquere alla truffa aggravata, all’emissione di false fatture (per operazioni inesistenti) sino al finanziamento illecito ai partiti. L’elenco degli indagati, però, si è allungato in quanto il magistrato vi ha inserito anche il norme di Martin Kreil chiamato a rispondere di concorso nei reati principali (associazione a delinquere e truffa) in qualità di consulente del gruppo. In realtà, secondo la Procura della Repubblica, Kreil non si sarebbe limitato a fornire suggerimenti professionali ma avrebbe contribuito alla gestione effettiva del presunto raggiro nei confronti dell’amministrazione comu nale, ben consapevole del profilo profondamente illegittimo della condotta. Il nome di Kreil si aggiunge all’elenco di indagati eccellenti di questa inchiesta che ha messo a rumore anche l’amministrazione comunale. La Procura ha confermato le ipotesi accusatorie già formulate nei confronti del presidente di Kaufleute Aktiv Michl Frasnelli (che finì anche agli arresti domiciliari), del suo vice Peter Wenter, dei consiglieri Heidi Siebenförcher (ex assessore comunale della Volkspartei) , Reinhard Schölzhorn (ex presidente dell’Azienda di cura e soggiorno) , Martin Götsch (ex consigliere comunale della Volkspartei), Enzo Longhi, Marion Gurndin e Thomas Sigmund (autore di un famoso dossier sull’intera vicenda). Sulla base del decreto legislativo 231 del 2001 il magistrato ha poi coinvolto per presunta corresponsabilità penale anche le società commerciali che fanno capo alle persone fisiche inquisite. L’iniziativa della Procura mira a coinvolgere i anche il patrimonio delle società. Oltre all’associazione Kaufleute Aktiv, risultano così chiamte in causa la «Günther Frasnelli sas», la «Peter Wenter sas», «Sala Calzature di Martin Götsch sas» , la «Buchgemeinschaft Meran sas» e la «108 media» di Thomas Sigmund. Il fronte delle accuse è complesso. In primo luogo la Procura contesta l’inserimento nella contabilità della Kaufleute Aktiv di fatture per operazioni inesistenti e di spese riferibili a iniziative personali degli inquisiti che avrebbero avuto l’effetto di far lievitare le spese allo scopo di ottenere contributi più consistenti di quelli in realtà spettanti. In quattro anni l’associazione avrebbe incassato poco più di centomila euro di contributi non dovuti, in parte utilizzati anche per finanziare illecitamente la campagna elettorale comunale di alcuni candidati della Volkspartei. Ma c’è di più. La Procura infatti ritiene che la Kaufleute Aktiv non potesse essere definita una associazione senza scopo di lucro, dato che gli aderenti si spartivano gli utili con fatture per servizi inesistenti. Proprio per questo l’associazione non avrebbe avuto il diritto di ottenere alcun contributo pubblico mentre in realtà in quattro anni incassò 402.310 euro.

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