Kompatscher: «I contagi scendono troppo piano» 

Altri 11 decessi. I ricoveri in lieva calo sono 450. «Attenzione alle feste in famiglia» Bertoli (Asl): «Rispettate le regole o a gennaio sarà inevitabile una risalita delle infezioni»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Scemata l’euforia da screening di massa restano i dati quotidiani del bollettino Covid dell’Asl - con altri 11 decessi, 450 pazienti ricoverati (erano 460), 32 (erano 35) dei quali in Rianimazione e 375 nuovi infetti (su quasi 4 mila tra tamponi e test) - che fanno dire al presidente Arno Kompatscher: «Il tasso di infezione del virus è sceso ma ancora relativamente alto. La curva dei contagi va giù ma più lentamente di quel che pensavamo. Per questo vi dico ancora di fare attenzione. Evitate assembramenti, eventi, feste in famiglia. Credetemi non è il caso».

Appello ripetuto con forza dal direttore sanitario Asl, Pierpaolo Bertoli: «Se non stiamo attenti e facciamo come se il virus non esistesse perchè tanto è Natale e siamo “solo” in famiglia, allora dico che a gennaio la risalita dei contagi sarà inevitabile, come purtroppo la terza ondata». E gli ospedali non possono reggere ad un altro tsunami. Per cui come ha già detto il sindaco Renzo Caramaschi salviamoci la vita: «Una cena in meno sotto le feste per non finire dopo pochi giorni in ospedale».

Bolzano e Trento stesso

indice di contagio Rt a 0.83:

ma noi “arancioni”

ed i trentini “gialli”.

In Alto Adige l’indice di trasmissione del contagio Rt scende finalmente sotto l’1 (soglia di sicurezza) e si attesta a 0.83. E va anche detto che il monitoraggio settimanale dell'Iss e del Ministero della Salute - riferito alla settimana dal 23 al 29 novembre - registra per l’Alto Adige lo stesso indice di Trento. Da capire come mai l’Alto Adige si avvii a diventare “arancione” solo da domani mentre il Trentino è da tempo “giallo”.

La seconda ondata

più pesante della prima.

Bertoli dice che i dati della seconda ondata sono più pesanti della prima. «Prendiamo i positivi. La scorsa primavera ne abbiamo contati 2.500 nell’arco di sette mesi, adesso sono saliti a 20 mila in un mese e mezzo. Stiamo registrando anche un numero più alto di ricoveri e purtroppo ci avviciniamo a superare il numero dei decessi di primavera. Il totale da inizio pandemia è di 569, 292 le vittime della prima ondata e purtroppo quelle della seconda sono già 277».

Ospedali altoatesini:

situazione ancora critica

per ricoveri ordinari

e di Rianimazione.

I dati aggiornati da Agenas - Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - ci dicono che restano ancora critiche le situazioni legate ai ricoveri Covid sia in Rianimazione che in regime ordinario. La media italiana indica un'occupazione di pazienti in Rianimazione del 41% mentre per quelli ricoverati in "area non critica" sono al 48%. Ricordiamo che le soglie di allarme di Iss e Ministero sono fissate rispettivamente al 30 e al 40%. Gli ultimi dati dell’Alto Adige danno i ricoveri Covid in Terapia intensiva al 44% e quelli in Area non critica al 99% (Trento registra invece ricoveri in Intensiva al 49% ed in Area non critica al 67%).

Dati ancora pesanti se pensiamo che non esistono solo pazienti Covid ma tutti gli altri - affetti da patologie classiche - se non urgenti restano in attesa di cure. Bertoli a proposito spiega che in questi giorni l’Asl sta lavorando per capire cosa è possibile far ripartire con prudenza. «Stiamo lavorando soprattutto sulla Chirurgie, potenzieremo il servizio con ore in più, per smaltire l’arretrato non urgente. Mi riferisco a tutti quegli interventi che non possono essere ulteriormente ritardati e rimandati».













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