L’Aspiag: delusi dalle dipendenti infedeli

L’Ad Klotz: «Sono pagate regolarmente e bene, eppure...». L’inchiesta si allarga, la difesa lavora per una derubricazione



BOLZANO. Sulla cosiddetta banda delle cassiere l’inchiesta è destinata ad allargarsi. Il numero degli indagati, dunque, è destinato ad aumentare. Per il momento, però, i nomi finiti sul registro degli indagati sono sette. Si tratta di tre cassiere, dei rispettivi partner e di una impiegata che avrebbe svolto compiti importanti per permettere al gruppo di evitare i controlli della “security” interna.

Ma secondo il magistrato inquirente (la dottoressa Luisa Mosna) sarebbero stati coinvolti altri addetti. Nessuno avrebbe messo in piedi accorgimenti particolari per tentare di non essere scoperto, dimostrazione che più di uno - all’interno dell’Interspar di via Buozzi - confidava sul fatto che sarebbe stato comunque difficile accorgersi degli ammanchi visti i quantitativi di merce quotidianamente venduti all’interno dell’iper mercato.

Non è stato così (come facilmente prevedibile) posto che ogni prodotto viene controllato elettronicamente (con il considdetto codice a barre) lungo il percorso commerciale di vendita. In effetti dopo un certo periodo l’ammanco complessivo (merce per 300 mila euro) è stato notato e la vicenda è finita nelle mani dei carabinieri prima e della magistratura poi.

Da parte dell’Aspiag (1864 milioni di fatturato nel 2013) c’è stato un unico commento ufficiale alla vicenda. Lo ha rilasciato l’amministratore delegato Paul Klotz che si è richiamato al lavoro degli inquirenti e ha espresso un solo concetto: «Sono molto deluso dal comportamento di alcuni dipendenti che vengono pagati in maniera regolare e bene - dice - sembra proprio che la gente non impari mai nulla. Certe cose non si fanno...».

A proposito dei dipendenti, tutti gli indagati devono rispondere di furto aggravato. Lo studio dell’avvocato Nicola Nettis, che ha assunto la difesa di una delle cassiere coinvolte, sta però verificando la possibilità di ottenere una derubricazione in appropriazione indebita. Sotto il profilo giuridico si tratta di una notevole differenza e quella della possibile derubricazione è, dunque, una carta che gli avvocati andranno sicuramente a giocarsi. Nel frattempo lo studio Nettis dovrà anche valutare l’opportunità o meno di impugnare davanti al giudice del lavoro il licenziamento in tronco disposto nei confronti di una delle cassiere coinvolte essendo venuto meno il vincolo di fiducia tra la lavoratrice e l’azienda. Secondo il legale l’azienda avrebbe dovuto attendere qualche giorno prima di assumere una decisione così drastica posto che le indagini sono per il momento ancora ad una fase embrionale ed i forti sospetti nei confronti della donna avrebbero potuto suggerire , per il momento, una sospensione cautelare dal lavoro.(ma.be.)

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