L'assessore Kasslatter Mur: bilinguismo, puntiamo all'extrascuola perché lo Statuto non lo vieta

L'assessore tedesco Sabina Kasslatter Mur ha preso coscienza delle richieste della società e della sua scuola. Ora lancia un appello ai presidi: «Ditemi cosa vi serve»


Davide Pasquali


BOLZANO. Seconda lingua: l'assessore tedesco Sabina Kasslatter Mur ha preso coscienza delle richieste della società e della sua scuola. Ora lancia un appello ai presidi: «Ditemi cosa vi serve». E aggiunge: «Lavoriamo sull'extrascuola, lo statuto di autonomia non lo vieta». L'assessore provinciale alla scuola tedesca Sabina Kasslatter Mur - assieme ai colleghi italiano (Tommasini) e ladino (Mussner) - fa parte del gruppo di lavoro della maggioranza sull'apprendimento linguistico, riunitosi per la prima volta nei giorni scorsi. Un sabato a fine mese si terrà un secondo incontro, una sorta di clausura lunga un giorno, dove per la prima volta si entrerà nei dettagli della questione, dopo che nel corso di aprile le tre intendenze scolastiche e i tre assessorati avranno stilato le relazioni tecniche richieste da Svp e Pd per rendersi conto dello status quo.

All'interno della Svp - compresi gli stessi membri del gruppo di lavoro - sopravvivono diverse anime. C'è chi preme per il plurilinguismo, la moltiplicazione degli scambi e la creazione di occasioni di incontro fra studenti italiani e tedeschi. Ma c'è anche chi, per usare un eufemismo, non è tanto convinto. E ha come obiettivo il mantenimento delle garanzie autonomistiche: il diritto alla scuola nella propria madre lingua. E poco altro. Sabina Kasslatter Mur, come esponente Svp e in qualità di assessore, necessariamente si muove con estrema cautela. Mostra però un'inaspettata apertura, votandosi alla politica dei piccoli passi. O meglio alla Realpolitik. Assessore, la politica si sta muovendo tanto sul tema seconda lingua. «In realtà abbiamo preso pienamente coscienza del problema già un paio di anni or sono, altrimenti non avremmo commissionato il noto studio Eurac: dati fatti e cifre hanno dimostrato come le competenze linguistiche dei sudtirolesi siano insoddisfacenti. Effettivamente nell'ultimo periodo c'è un certo fermento. Bene: perché più gente si occupa seriamente della questione, meglio è».

Che obiettivi vi siete posti col gruppo di lavoro? «Migliorare le competenze linguistiche, non solo a scuola ma in tutta la società. Non dobbiamo sempre e solo sparare sui nostri ragazzi. In tema di conoscenze linguistiche noi vecchi non siamo certo migliori. Predichiamo di bere acqua, ma poi beviamo vino. Le pecche non stanno tutte nella didattica. Se tanti studenti sudtirolesi non sono in grado di parlare in tedesco è anche perché nell'extrascuola c'è poco impegno». Come si porteranno le giovani generazioni ai livelli europei? «Oggi al termine degli studi se va bene sono a livello di patentino C o B, dovremo migliorare. Abbiamo innanzitutto bisogno dei tecnici: ho chiesto a tutti i presidi di spedirmi delle relazioni sulle esperienze in atto. Sono tante, come ho scoperto anche dalla stampa. I tecnici devono dirmi come si può migliorare, e cosa gli serve per farlo. Dobbiamo ascoltarli». Ché le realtà scolastiche sono tante, e differenti. «Non posso prendere un modello che funziona a Bolzano ed esportarlo a San Martino in Passiria. Vorrei capire come mai a Tubre di Monte i bambini conoscono benissimo l'italiano, pur non avendo nessun contatto con gli italiani. Venerdì sono stata a Sarentino, a colloquio con gli insegnanti di italiano L2. Lì pare vada abbastanza bene, ma ho chiesto di mandarmi le loro richieste: ditemi cosa vi serve».

Servono agevolazioni? «Sicuramente sì. In parte ci siamo mossi. Come assessore ho fatto cambiare i criteri di assegnazione dei contributi per le associazioni che si occupano di accudire i bambini nel tempo libero: chi organizza attività bilingui ha un surplus del 20%. Il primo anno abbiamo avuto poche adesioni, a giorni saprò se quest'anno è andata meglio. È proprio qui che dobbiamo spingere, nell'extrascuola, perché su questo lo statuto di autonomia, che dobbiamo e vogliamo rispettare, non pone limiti». Altre agevolazioni? «Si potrebbe chiedere al presidente Durnwalder, assessore allo sport e alle attività del tempo libero, se sia possibile ampliare questo surplus di sovvenzioni anche in quegli ambiti». Oltre alle agevolazioni? «Ci serve più continuità didattica, corsi di specializzazione per docenti in servizio in attesa della lunga formazione di nuovi insegnanti. Ma chiediamo un impegno anche alla gente. Come il test di ingresso a Bressanone. Troppo severo? Vogliamo docenti preparati e plurilingui. Qualità, non quantità». Svp-Pd, cosa deciderete? Parleremo magari di 10 progetti già partiti, che piaceranno a tutti, di 5 nuovi che verranno accolti. Magari altri 5 non piaceranno a qualcuno. Vorrà dire che decideremo di sostenere i primi 15. Non tutto, ma subito».

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