STATISTICA

L'Astat: anche in Alto Adigeaumentano i bamboccioni

Fotografia statistica delle famiglie a Bolzano e provincia: il 28,2% dei figli maggiorenni vive con i genitori



BOLZANO. Sale anche in Alto Adige il numero dei bamboccioni. L'età media dei figli maggiorenni, che vivono ancora con i genitori, è salita da 25,1 anni nel 1990 a 28,2 nel 2007.

I maschi lasciano la casa paterna più tardi che le femmine. Le faccende domestiche e l'educazione dei bambini sono tradizionalmente come compiti femminili: nel 2006, infatti, l'8,4% degli uomini tra 41 e 50 anni ha goduto del congedo di paternità e, considerando gli uomini tra 51 e 60 anni, questa percentuale scende sotto il 2,8%. Il tasso di attività degli uomini (circa 80%) continua ad essere più alto di quello delle donne (circa 60%). Queste e numerose altre sono le informazioni contenute nel volume "Famiglie in Alto Adige" pubblicato in questi giorni dall'Istituto provinciale di statistica (ASTAT).

L'età delle donne è sempre mediamente inferiore a quella degli uomini di 1-2 anni. Il numero delle famiglie cresce più rapidamente rispetto a quello della popolazione. Corrispondentemente si riduce la dimensione media familiare, cioè diminuisce il numero delle persone che convivono nella stessa famiglia. Stando alle previsioni demografiche al 2020, si aumenteranno ulteriormente le famiglie di uno e due componenti, a scapito di quelle più numerose.

Differenze generazionali caratterizzano i diversi approcci al congedo parentale da parte dei padri: l'8,4% dei maschi tra i 41 ed i 50 anni, intervistati al riguardo nel 2006, ha dichiarato di aver usufruito di tale opportunita', mentre solo il 2,8% di quelli fra 51 e 60 anni. I motivi della non fruizione del congedo di paternita' da parte degli uomini ultrasessantenni sono dati da concetti tradizionali, nonche' da una diversa normativa a suo tempo vigente.

Fra i padri di eta' inferiore ai 40 anni, a determinare tale scelta sono invece ragionamenti di natura professionale e pratica. Accanto ai genitori, fra le figure di riferimento più importanti per i bambini vi sono i nonni. Sono i primissimi tempi (fino ai 2 anni di età), quelli in cui i bambini vedono più spesso i nonni (nel 77,9% dei casi più volte alla settimana). All'aumentare dell'età la frequenza diminuisce, raggiungendo il valore più basso (38,1%) fra i ragazzi dai 14 ai 17 anni.













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