L’attrezzatura costa da 800 a 12 mila euro La novità? Il grafene

Va forte lo sci «all mountain»: vai dappertutto senza tirare Chi fa gare arriva a spendere 30 mila euro all’anno


di Davide Pasquali


BOLZANO. Meno schiappe: in pista non si vede più chi scende a spazzaneve su una nera. Meno esagitati, giù a velocità folle. Meno gente che fa le gare, perché se hai vent’anni e competi seriamente, fra materiali allenamenti e trasferte spendi come ridere 25-30 mila euro l’anno. Oggi a farla da padroni in pista sono gli sciatori medi, con attrezzatura cosiddetta all-mountain: vai un po’ dappertutto, con qualunque condizione di neve, divertendoti ma senza spingere troppo. Grazie ai materiali sempre più leggeri comodi e performanti (e per chi può permetterselo personalizzati), il livello medio negli anni si è innalzato molto. E lo sciatore alpino è mediamente assai informato, grazie al web e alle riviste di settore.

Per scendere in pista decentemente, escluso l’abbigliamento, quest’anno il progredito spende come minimo 800 euro per sci attacchi bastoncini e scarponi. Se poi ce lo si può permettere, si sale di prezzo, e tanto. Il set più figo attualmente in commercio in città costa sui 12 mila euro. Lo racconta Alexander Rabanser, del reparto sci alpino di Sportler.

La novità degli ultimi tempi si chiama grafene, «più leggero del carbonio, ma trecento volte più resistente dell’acciaio». Veramente uno spettacolo, commenta l’atleta agonista Rabanser. «Lo ha inventato uno studente russo. Alleggerisce moltissimo lo sci. Il vantaggio è che un attrezzo normale ha l’anima in legno. Ma ogni legno reagisce in maniera differente. Grazie a questo materiale, invece, le ditte riescono a produrre ogni sci nello stesso modo. Non ci sono più differenze». All’inizio di stagione, sotto i Portici ci sono le svendite di winter opening. Sconti fino al 50%, con pubblicità sui giornali, su Fb e Instagram. Pare seguitissime. «La gente arriva, vuole proprio quello sci lì». La maggior parte dei clienti entra in negozio avendo letto gli ski test. Tutti quanti. Poi c’è sempre il commesso specializzato, ma i più sono informati. «Lo sciatore normale cerca o un all-mountain o un racing carver. Non ci sono più quei fanatici che vogliono solo uno sci da gara, e sanno tutto loro. La maggior parte si lascia consigliare». Il cliente medio «sceglie uno sci tuttofare, sia per quando è bel tempo, quando una pista è bella rigida, sia per quando è andata, dopo le 3». Si cerca un all-mountain, «tranquillo, facile da far girare». Non ci sono più quegli esagitati «che puntano giù per la pista. Cioè, li trovi anche, ma sciano al massimo fino alle 11, e dopo è finita».

Alcune ditte, oggi, «producono uno sci un po’ rocker. Vuol dire che l’attrezzo, in testa, già si alza un pelino prima del normale. La curvatura inizia prima. In modo tale che, quando si va piano, si riesce a girarlo senza impegno, non tirando. Non c’è niente che lo fermi. Anche fuoripista, sulla neve fresca, galleggia veramente bene».

Il fuoripista però, il freeride, da noi va pochetto anzichenò. «Molto meno della pista. Non siamo in Canada. Non è che ogni giorno nevica nevica e nevica. Qui poi, è abbastanza rischioso. Devi sapere dove andare fuori pista, non è così semplice, non è che esci e ti diverti subito».

Ma la dotazione completa di base, tolto il vestiario? «Uno sciatore medio con 8-900 euro prende sci scarponi e racchette». In negozio, «abbiamo anche uno sci che costa 12 mila euro: sci, attacchi, una borsa, un cofano di metallo, bastoncini in carbonio». Ma in pochi spendono così tanto. Una volta, stuoli di bolzanini a far le gare. Oggi sono molti meno. «Ci sono meno ragazzi che fanno gare dopo aver finito la scuola. Siamo sinceri: sciare è costoso. Nel settore gare, fra trasferte, iscrizioni, allenamento, sci... Un atleta serio che abbia vent’anni spende per stagione tra 25 e 30 mila euro». Insomma, te lo devi proprio permettere.

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