L’Austria manda 70 militari al Brennero

Migranti, controlli sui treni merci e le frontiere. Gelido Kompatscher. Il ministro Minniti: «Iniziativa ingiustificata»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Nuovo annuncio di controlli straordinari al Brennero sulla rotta dei migranti. Questa volta non vengono citati i panzer, ma l’esercito sì. L’Austria ha deciso di inviare 70 militari a ridosso del Brennero per controllare i treni merci. E per aumentare il disagio nelle relazioni diplomatiche della Provincia di Bolzano, la decisione parte non da Vienna ma dal Tirolo. L’Euregio funziona a giorni alterni. Ma è con Roma che l’azione unilaterale austriaca provoca l’ennesima scossa. Fonti del Viminale nella serata di ieri lasciano trapelare una reazione durissima del ministro Marco Minniti. L’iniziativa viene definita «sorprendente e non giustificata».

I 70 militari di supporto alla polizia sono stati annunciati ieri a Innsbruck dal comandante militare territoriale Herbert Bauer e dal capo della polizia tirolese Helmut Tomac. Non si sa se ironicamente o meno, ma Tomac ha aggiunto che «ciò non significa che al Brennero saranno messi in azione i panzer», come riferiscono i media tirolesi. Prosegue la campagna elettorale austriaca. A partire dai prossimi giorni, i militari inizieranno le verifiche sui confini, in particolare sui treni merci nelle stazioni austriache alle porte del Brennero. I numeri dei passaggi clandestini al Brennero sono stabili e di modesta entità. Lo hanno riconosciuto ieri a Innsbruck durante la conferenza stampa, ma «nel mese di luglio è stato registrato un notevole aumento dei clandestini trovati a bordo di treni merci». Tomac ha ricordato i due migranti morti a bordo di un treno merci l'anno scorso: «Si tratta non soltanto di prevenire l'immigrazione illegale, ma anche di garantire in prima linea la vita delle persone».

L’IRRITAZIONE DI ROMA. Questa la reazione del governo. Fonti del Viminale sottolineavano ieri che «la situazione è assolutamente tranquilla, anzi, nei primi sette mesi del 2017, alla frontiera italo-austriaca è stato inibito l’ingresso sul territorio nazionale a 1.200 cittadini stranieri, a riprova del trend dei movimenti migratori dall’Austria verso l’Italia». Il ministro Minniti, avrebbe chiesto al Dipartimento della Pubblica sicurezza di fare un passo verso i propri omologhi austriaci. «Iniziative unilaterali come quelle di queste ore, infatti - fanno notare al Viminale - rischiano di pregiudicare il positivo lavoro di cooperazione che quotidianamente viene svolto e che sinora ha prodotto eccellenti risultati».

PLATTER A FAVORE. Il presidente tirolese Günther Platter, riferisce la Tiroler Tageszeitung, appoggia l’operazione: «Dobbiamo reagire. Non possiamo permettere che le persone attraversino il confine in questo modo». L’esercito sosterrà i controlli di polizia sui treni merci, su autostrade e strade principali, è stato annunciato. A Nauders, località che confina con l’Italia oltre passo Resia, i soldati saranno utilizzati per sostenere la polizia mentre a Sillian (Alta Val Pusteria) pare non verranno schierati. Tomac non esclude la presenza di «pattuglie dell’esercito che viaggeranno individualmente». Le autorità austriache sottolineano che i tentativi di ingressi di migranti nel loro territorio sono costanti, tra i 10 e i 25 al giorno con punte di 45 nel fine settimana.

LA REAZIONE DI KOMPATSCHER.

Da Palazzo Widmann la reazione segue il copione di questi mesi: irritazione e riferimento all’avvicinarsi delle elezioni politiche austriache. «Prendo atto della decisione», commenta il presidente Arno Kompatscher, che ha parlato al telefono con Tomac, «sebbene non vi sarebbe la necessità di impegnare l’esercito, perché grazie alla buona collaborazione tra il governo austriaco e italiano la situazione al Brennero è stabile. La polizia tirolese assicura che i controlli riguarderanno i treni merci e non interferiranno con il traffico dei treni passeggeri». Kompatscher riferisce di non avere commentato il tema con il governo italiano: «Mi sembra che anche sui media austriaci la notizia non venga enfatizzata...». Nelle scorse settimane l’annuncio dei panzer austriaci a disposizione nelle vicinanze del Brennero aveva provocato una prima crisi diplomatica tra Roma e Vienna. Poi era arrivato a Bolzano il ministro degli Esteri austriaco Kurz, per rincarare la dose, elogiando il modello australiano di «gestione» degli ingressi irregolari (migranti confinati in due isole, oggetto di proteste internazionali). IL SINDACATO DI POLIZIA. Mario Deriu (segretario del Siulp) rompe gli indugi: «Con cadenza regolare, dall’Austria arriva la sparata sul Brennero. Lo hanno capito anche i più ingenui che gli austriaci stanno facendo la campagna elettorale sui profughi. I numeri dei passaggi irregolari sono irrisori, rispetto alla crisi dell’anno scorso. Parliamo di una decina di persone al giorno. Figuriamoci se c’è necessità di mandare i militari per controllare i treni». E aggiunge Deriu: «Vienna è molto attenta ai migranti che da sud vanno verso nord. Sarebbe interessante iniziare a confrontare i numeri degli spostamenti irregolari da nord verso l’Italia. Il fenomeno delle rotte è cambiato». Andrea Putzu, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia, protesta: «I 70 militari sono l’ennesima umiliazione per l’Italia. Il governo rompa le relazioni diplomatiche con vienna».

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