L’autista disperato: non l’ho proprio vista

I vertici Sasa: «È un angolo cieco, avevamo chiesto di smussare la curva» Maria Fodaroni investita a 5-7 all’ora. Anziane e bus sono passati col verde


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Quella signora proprio non l’ho vista»: con queste parole l’autista della Sasa (le cui iniziali sono N.H., 51 anni, di Bronzolo), ha spiegato - ancora sotto shock - la tragedia di mercoledì sera in via Dalmazia che è costata la vita alla 92enne Maria Fodaroni Mogini. La sua amica, invece, è stata scaraventata a terra dopo aver sbattuto sulla fiancata del mezzo ma se l’è cavata con ferite di media entità.

Il giorno dopo l’incidente i vigili urbani sono stati impegnati nella ricostruzione della dinamica e - grazie anche alle telecamere sul bus Sasa (nelle prossime ore saranno visionate anche le immagini di quelle della Cassa di Risparmio) - hanno capito sostanzialmente come sono andate le cose negli attimi immediatamente precedenti all’impatto.

Semaforo verde per entrambi. Contrariamente a quello che qualcuno, anche fra i testimoni oculari, aveva ipotizzato a caldo sia l’autobus della linea 3 della Sasa che le due anziane sono passate con il semaforo verde. Il bus, che trasportava parecchi passeggeri ma (si presume) non al punto da intralciare o impedire la vista all’autista, proveniva da via Roma e si stava immettendo su via Dalmazia. L’autista ha sterzato al massimo e poi ha arrestato la sua corsa per far passare un’automobile che proveniva dalla direzione opposta (ponte Roma) e che avrebbe dovuto dargli la precedenza. Poi è ripartito, lentamente, cercando di completare la manovra.

L’angolo cieco. N.H. ha spiegato al responsabile del movimento della Sasa Silvano Zanettin di aver fatto i conti con una sorta di “angolo cieco”, in basso a destra. «L’impatto - spiega lo stesso Zanettin - è avvenuto all’altezza della ruota. In quel punto l’autista solitamente guarda lo specchietto laterale, dal quale però non sempre è possibile avere una visuale ottimale. Siamo stati noi i primi a chiedere, in tempi non sospetti, di smussare quella curva. Il rischio di incidenti non è certo trascurabile».

Le due anziane. Dai filmati delle telecamere montate al centro dell’autobus della Sasa, che ieri sono stati visti più volte dai vigili urbani, si notano le due anziane iniziare a camminare sulle strisce pedonali. «A questo riguardo non ci sono dubbi: le due donne sono passate con il semaforo verde e si trovavano sulle zebre».

L’impressione è che le due signore abbiano anche notato bene l’autobus che stava arrivando lentamente alla loro sinistra. Potrebbero peraltro essere state tratte in inganno dal fatto che il mezzo della Sasa si sia fermato per far passare un’auto che proveniva dalla direzione opposta.

Maria Fodaroni è stata centrata dal pneumatico, ha perso l’equilibrio ed è caduta a terra. Il bus l’ha schiacciata prima all’altezza della coscia e quindi l’ha trascinata per alcuni metri durante la sterzata.

La terza ferita. Nell’incidente di ieri c’è una terza donna che si è ferita ad un braccio. «Lo ha fatto - spiegano gli inquirenti - nel disperato tentativo di bloccare la corsa dell’autobus che aveva investito da un paio di secondi Maria Fodaroni». La donna, che a questo punto è anche una delle testimoni più preziose, aspettava il mezzo della Sasa alla fermata. Appena ha capito cosa era successo «ha battuto con grande forza sul vetro dell’autobus per attirare l’attenzione dell’autista».

E solo a quel punto N.H., un dipendente modello, con tre anni di servizio in Sasa e un passato da camionista sulle strade di tutta la provincia, ha realizzato di aver investito la 92enne ed ha fermato la corsa.

La velocità del bus. In base ai primi rilievi degli ispettori dei vigili urbani intervenuti sul posto l’autobus della Sasa andava piano, molto piano. Del resto è stato appurato che era appena ripartito ed aveva fatto pochissimi metri (non più di cinque). «Fatte salve le necessarie verifiche che ancora restano da fare possiamo presumere che viaggiasse tra i 5 e i 7 chilometri orari».

L’urto con le due anziane è avvenuto durante la brusca sterzata a destra.

Il precedente. Non è certo la prima volta che gli autisti dei mezzi Sasa fanno presente la pericolosità dell’incrocio tra via Roma e via Dalmazia. «Qualche anno fa c’é stato, poco distante, un incidente che ha coinvolto un mezzo di soccorso e che è costato la vita ad una persona. Lì c’è un grande via vai e il Comune potrebbe ragionevolmente pensare ad un intervento per ridurre rischi e pericolosità».

Autobus sotto sequestro. Oltre a ritirare la patente all’autista coinvolto nell’incidente e che dovrà rispondere dell’accusa di omicidio colposo, i vigili urbani hanno disposto il sequestro dell’autobus della linea tre. Gli ulteriori accertamenti serviranno anche per stabilire per quanti metri è stato trascinato il corpo di Maria Fodaroni. Da quanto è emerso finora sembra piuttosto difficile poter escludere la responsabilità dell’autista. Che avrebbe dovuto fermarsi e far passare le due donne sulle strisce.

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