«L’Autonomia richiede responsabilità»

Dal Presidente della Repubblica, ieri a Pieve Tesino, un riconoscimento e un monito alle Speciali e all’Europa


di Chiara Bert


PIEVE TESINO. «L’autonomia non è un fatto contabile o uno scudo contro presunte invasioni di campo. È un investimento in positivo che richiede l’impegno di tutte le istituzioni, da una parte e dall’altra. Non è un privilegio immeritato, ma certo impone un supplemento di responsabilità». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri - al termine di una breve vacanza al Centro carabinieri addestramento alpino di Selva Gardena - è andato a dirlo in Trentino, terra di autonomia, ma chissà che non pensasse anche alla sua Sicilia mentre scandiva parole pesanti durante la sua lectio su Alcide Degasperi. Un riconoscimento forte della specialità, quello del capo dello Stato, ma anche un appello e un monito.

Dopo aver visitato Casa Degasperi ed essersi concesso, lui solitamente riservatissimo, a un piccolo bagno di folla, il presidente della Repubblica a Pieve Tesino rende omaggio a Degasperi. Lo fa davanti alle figlie Maria Romana, Cecilia e Paola, introdotto dal presidente della Fondazione Degasperi Giuseppe Tognon che lo ha invitato e di fronte a una platea di autorità. In prima fila il governatore trentino Ugo Rossi, il vescovo di Trento Lauro Tisi, il sottosegretario Gianclaudio Bressa. Assente il presidente della Regione Arno Kompatscher, da Bolzano sono arrivati il presidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo (Pd) e l’europarlamentare Herbert Dorfmann (Svp). Mattarella ripercorre le tappe del lungo impegno politico di Degasperi, ma insieme pronuncia un discorso che parla all’oggi, al Trentino-Alto Adige, all’Italia e all’Europa.

Più Europa. È forse il passaggio più forte dell’intervento di Mattarella. Lo fa ricordando che Degasperi «intuiva che l’Europa non era una prospettiva da tempi ordinari, ma per tempi straordinari, e per leader autentici, e che, se si fosse lasciato passare troppo tempo, l’assestarsi del quadro economico internazionale e il venir meno della fase più dura della guerra tra i blocchi, avrebbe potuto spingere le nazioni europee nelle braccia di politiche nazionaliste ed egoiste». Un rischio, Mattarella lo sa bene, che riguarda più che mai l’Europa di oggi. Di qui il suo appello: «L’Ue non può ritrarsi dalle sue responsabilità», tanto meno può farlo dopo la vittoria della Brexit che anzi «richiede un rilancio dell’integrazione e non un appiattimento sulle resistenze che hanno condotto a quel risultato negativo». «A sfide sempre più globali - avverte - occorrono risposte politiche europee. Sia il terrorismo, siano le crisi finanziarie, siano le migrazioni, nessun Paese è in grado di affrontarle da solo». Ma da Pieve Mattarella lancia anche un messaggio di speranza: «Non sono le banche o le transazioni commerciali che hanno determinato l’Unione europea, ma politici e parlamenti lungimiranti: non sono le crisi finanziarie che potranno distruggerla, ma solo la nostra miopia nel non riconoscere il bene comune».

Autonomia e responsabilità. Anche l’autonomia del Trentino e dell’Alto Adige per Mattarella va letta in modo propositivo e nello spirito dell’unità nazionale ed europea. Del resto, ricorda, «Degasperi era un trentino che aveva vissuto con la sua gente il disagio di essere troppo lontani da tutto, da Vienna e da Roma», «sempre alla ricerca di un difficile equilibrio istituzionale e sociale, si battè per dare a questa ricerca il supporto di un’autentica partecipazione democratica alla vita sociale: è stata una visione vincente come dimostrano i risultati che in queste Province sono stati raggiunti in molti campi». Di nuovo un richiamo, questa volta locale: «Sudtirolesi, altoatesini, ladini e trentini sanno di dovere vivere la loro autonomia come esempio di responsabilità, d’intelligenza non localistica e anche d’innovazione politica, come qualcosa che non riguarda soltanto i loro interessi materiali».

Brennero, no a nuovi muri. Mattarella non dimentica un tema caldo che per settimane ha visto l’Austria minacciare il ripristino della frontiera con l’Italia per fermare i migranti. Il capo dello Stato dà atto che quello che si è raggiunto in Trentino Alto Adige rappresenta «un unicum per l’Europa in termini di protezione delle minoranze e di collaborazione transfrontaliera». Per questo, avverte, «oggi, dopo l’ingresso dell’Austria nella Ue e con il Trattato di Schengen si sono definitivamente superate rivalità secolari e ferite della storia. Guai a porre in dubbio, per motivi contingenti, questo storico risultato».

Le reazioni. Il discorso di Mattarella ottiene un plauso unanime. Apprezza anche l’eurodeputato Svp Dorfmann, nonostante la freddezza che da sempre accompagna tra i sudtirolesi la figura di Degasperi: «Senza di lui non ci sarebbe stato l’accordo che ci tutela e su cui si fonda la nostra autonomia, un modello che è forte proprio perché ancorato ad un’intesa internazionale».













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