L’Avs: rifugi, rischio speculazioni

Simeoni in sintonia col Cai: «Così non va, spero che la prossima giunta provinciale cambi strategia»


di Massimiliano Bona


BOLZANO/LAGUNDO. «Sui rifugi la Provincia ha imboccato una strada sbagliata e ora c’è il rischio di andare incontro a possibili speculazioni. Alpenverein e Cai avevano trovato un accordo per lavorare in sintonia ma il progetto delle associazioni alpinistiche è stato storpiato. Anche per questo rivolgo un appello alla giunta affinchè ritorni sui suoi passi»: Georg Simeoni, presidente dell’Avs fino al 2015, ha approfittato della 106esima assemblea generale, a Lagundo, per ribadire con forza la sua posizione. Rappresenta 90 sezioni e 58.900 soci e l’impressione è che la politica non possa ignorare il suo appello. «Ci stiamo occupando della sorte di questi 25 rifugi da 14 anni, nel corso dei quali abbiamo presentato diverse proposte concrete. Che sono rimaste però lettera morta. Ora temiamo che questa nuova impostazione, decisa senza il nostro coinvolgimento, possa spianare la strada ai privati». Poi è stato illustrato il nuovo modello, che prevede contratti di locazione per sei anni con possibilità di investire, per i locatari, fino a 40 mila euro, detraibili dall’affitto. Tra i rifugi in vendita, è stato ricordato, ci sono invece Regensburger e Schaubach.

Sui sentieri, invece, Simeoni ha usato maggiore prudenza ma ha chiesto precise indicazioni per il futuro: «Allo stato attuale delle cose manca la necessaria chiarezza su finanziamenti, competenza e utilizzo dei sentieri di montagna. Anche per questo mi auguro che la giunta provinciale che si insedierà il prossimo ottobre affronti con urgenza la questione e adotti soluzioni chiare». Soluzioni che, è il caso di sottolinearlo, si spera siano anche in sintonia con la linea del Cai, che - soprattutto sulla segnaletica - la pensa in modo ben diverso dall’Avs. Simeoni ha citato, a questo riguardo, il positivo esempio della vicina provincia di Trento, almeno dal punto di vista legislativo. «Potremmo tranquillamente farlo nostro».

L’Alpenverein, ieri, si è dato anche una nuova struttura e un nuovo statuto, che prevede un maggiore coinvolgimento della base. «Il presiedio - spiega Gislar Sulzenbacher - passerà da 14 a 20 persone». Alla vicepresidenza è stato confermato Othmar von Sternbach mentre sono stati eletti ex novo i rappresentanti dei comprensori della val Venosta, della val d’Adige e del Burgraviato, di Bolzano-Bassa Atesina, della val d’Isarco e dell’Alta val d’Isarco, della Pusteria e delle valli ladine.

Particolarmente seguita, infine, la relazione di Paul Rösch, direttore del museo provinciale per il turismo. L’esperto ha sottolineato, sostanzialmente, come le aspettative di turisti e residenti, quando si parla di montagna, sostanzialmente si equivalgano. «Sempre più altoatesini nel fine settimana sono alla ricerca di esperienze autentiche in alta quota nella loro terra».

Un’assemblea, quella di ieri, quantomai ricca di contenuti. Toccherà ora proprio alla politica, rappresentata dall’assessore provinciale Pichler Rolle, cercare di dare quanto prima risposte concrete. Anche su temi spinosi quali toponomastica, sentieri e rifugi.

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