L’ex maestro pedofilo ha patteggiato un anno

Detenzione di materiale pedo-pornografico. Il docente promette di farsi curare. L’avvocato Nettis: i giudici hanno accolto la nostra richiesta perché è malato


di Susanna Petrone


BOLZANO. Ha patteggiato un anno di reclusione, l’ex maestro bolzanino, condannato già a due anni e otto mesi di reclusione (pena sospesa) per violenza sessuale nei confronti di una quarantina di alunni minorenni. Si è concluso, dunque, anche il secondo processo a carico del bolzanino, che ha dovuto rispondere anche di detenzione di materiale pedo-pronografico.

L’ex maestro - che rischiava una condanna che va dai sei ai dodici anni di carcere - ha chiesto di patteggiare. Durante l’ultima udienza il bolzanino, difeso dall’avvocato Nicola Nettis, aveva spiegato di «essere malato». E aveva aggiunto: «Vi prego. Ho bisogno d’aiuto. Non voglio fare del male a nessuno». Per questo motivo i giudici di Trento - dove si tengono i processi in materia di pedo-pornografia - hanno deciso di accogliere la richiesta di patteggiamento.

La difesa ha dimostrato, tra l’altro, che l’ex maestro viene seguito psicologicamente da più esperti e si sottopone a una serie di sedute psichiatriche, con specialisti che da anni si occupano di pedofili e deviazioni sessuali.

«Il mio cliente - spiega l’avvocato Nicola Nettis - si rende conto di aver sbagliato. Ma ha sempre chiesto aiuto, prima di far del male a qualcuno. Ovviamente, la detenzione di materiale pedo-pornografico è illegale. Ma il mio cliente è malato. I giudici hanno accolto la nostra richiesta e quindi ha patteggiato un anno di carcere. La pena è stata sospesa. Continuerà a farsi curare e seguirà incontri specifici per guarire».

Il processo riguardava una delicata inchiesta, che si era conclusa un anno e mezzo fa: le forze dell’ordine avevano trovato e sequestrato - sul pc dell’ex maestro - centinaia e centinaia di fotografie che ritraggono bambini molto piccoli vittime di abusi, così come centinaia di video.

Solo tre anni fa era finito, appunto, nella rete degli inquirenti bolzanini perché accusato di atti di pedofilia in classe ai danni dei propri alunni. Sulle sue tracce’erano finiti anche gli agenti della polizia postale di Roma che avevano arrestato decine di persone che acquistano fotografie e video di natura pedopornografica su internet.

Il docente era sulla lista degli acquirenti. La polizia aveva sequestrato il pc dell’uomo, che non aveva potuto fare altro che ammettere di aver acquistato le fotografie. Gli atti erano finiti nelle mani della Procura di Trento, che in regione si occupa di tutti i casi di detenzione di materiale pedo-pornografico.

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