L’ospedale riparte da 9 primari 

Zerzer: «E ora risolviamo i problemi del Pronto soccorso, abbiamo punte di attesa non accettabili»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Per me è una bellissima giornata. Mancano medici in tutta Europa - e fatichiamo a trovarli anche noi - ma posso dire che all’ospedale di Bolzano nove reparti sono perfettamente ed opportunamente coperti da altrettanti nuovi primari che definiscono le strategie, mettono a punto gli obiettivi, dicono come sviluppare i reparti e soprattutto ci spiegano dove dobbiamo andare».

Il direttore generale dell’Asl - Florian Zerzer - riparte ricordando che dal 2016 ad oggi in Alto Adige sono stati nominati 42 nuovi primari, 13 dei quali a Bolzano solo nel 2018.

Zerzer presenta quindi i nuovi professionisti e promette soluzioni a brevissimo per risolvere i gravissimi problemi del Pronto soccorso «le attese troppe volte non sono accettabili, stiamo cercando soluzioni strategiche... appena le avremo in mano ve le presenteremo. Bolzano non può aspettare».

Ecco i nuovi primari: otto uomini ed una sola donna.

Alcuni primari erano già in servizio come facenti funzione, altri provengono da altre esperienze e realtà di assoluta eccellenza. Si tratta di Maria Grazia Tabbì (Nefrologia), Peter Zanon (Anestesia e Rianimazione 2), Mohsen Farsad (Medicina Nucleare), Francesco Teatini (Neurologia), Loris Fabbro (Anestesia e Rianimazione 1), Martin Steinkasserer (Ginecologia ed Ostetricia), Peter Marschang (Medicina Interna), Carlo Carnaghi (Oncologia Medica) e Marc Kaufmann (Medicina d’urgenza, Servizio 112). Professionisti che vanno ad aggiungersi ad altre nomine fatte qualche mese fa con Elke Maria Erne (Malattie infettive), Alex Staffler (Neonatologia) e Thomas Müller (Laboratorio).

Ospedale di Bolzano,

palestra assoluta per medici.

L’assessora Martha Stocker con i vertici aziendali e di Comprensorio - Roland Döcker, Umberto Tait «l’ospedale di Bolzano è una vera palestra per medici», Flavio Girardi «i primari sono già sotto pressione per rispettare gli obbiettivi» - ricorda che essere nominato primario al San Maurizio è una doppia sfida in quanto si deve ragionare a livello aziendale.

I medici devono essere ottimi clinici, ottimi manager, conoscere italiano e tedesco (o essere pronti ad impararli) e non considerare solo Bolzano ma tutto l’Alto Adige perchè serve una visione a 360 gradi.

La procedura di selezione

contestata da molti medici.

L'Asl ha puntato sui nuovi nomi scegliendo a volte il concorso, a volte la nomina diretta ricordando come la legge la permetta entro il limite del 2% della dotazione organica della dirigenza, in caso di funzione di interesse strategico. Ricordata dai vertici aziendali la procedura di nomina regolarmente contestata da diversi medici che hanno cause in corso e anche dal sindacato Anaao che chiede l’applicazione immediata della legge nazionale - la "riforma Balduzzi" - con la quale il legislatore ha introdotto maggiori garanzie di trasparenza e imparzialità nella nomina dei primari svincolate da logiche politiche ma basate solo sulla qualità e sulla competenza dei candidati. «Nel resto d’Italia la selezione non si riduce solo alla verifica dell'idoneità dei candidati ma alla formazione di una graduatoria con la comunicazione al direttore generale di una rosa composta da soli tre candidati, con i singoli punteggi. E se non si sceglie il candidato col punteggio maggiore occorre motivarlo. In Alto Adige, invece, viene presentata una rosa di idonei - senza punteggio - tra i quali l’Asl “pesca” come meglio crede».

Reparti e servizi scoperti.

Se nove primari sono stati nominati, altri reparti e servizi restano scoperti. Ricordiamo tra gli altri Chirurgia generale, Pneumologia, Radiologia, Medicina trasfusionale, Microbiologia, Medicina del lavoro, Serd, Fisica sanitaria, Servizio Igiene ecc. «Stiamo lavorando anche su questo fronte - dice Zerzer - ma prima dobbiamo capire, per alcuni reparti o servizi, dove intende andare l’Azienda».

La carenza di personale.

Il direttore ha quindi ricordato come in tutta l’Asl manchi personale specializzato: «Dobbiamo lavorare per renderci sempre più attrattivi. La concorrenza è forte e ci dobbiamo battere per strappare i migliori».

Pronto soccorso, basta attese.

Zerzer ha parlato anche del Pronto soccorso, nota assolutamente dolente con anziani in coda anche 12 ore. Martedì 13 novembre l’ultima giornata nera con 66 pazienti alle 14.48 (36 per la prima visita ed altri 30 in trattamento). «Le attese troppe volte non sono accettabili e stiamo lavorando assiduamente per uscirne, stiamo cercando gli antidoti... vi posso anticipare che stiamo preparando un piano molto ben articolato che presenteremo a breve. Ma deve essere molto chiaro che il Pronto soccorso da solo non può far fronte a tutto... ci sono strutture che devono collaborare... perchè il servizio di emergenza ed urgenza non si deve occupare di tutta una marea di gente che non dovrebbe neanche andare al Pronto soccorso». Ricordiamo che nel 2019 il Pronto soccorso si trasferirà nella nuova clinica medica, i pazienti potranno finalmente godere di spazi adeguati e di una privacy che oggi manca con le barelle sistemate all’ingresso, ma serviranno anche più medici ed in generale più personale. Ricordato che a livello nazionale è in corso l'iter di riforma del servizio. Secondo le ipotesi verrebbero eliminati i codici a colori per filtrare i pazienti. Al loro posto, 5 codici numerici così come stabilito dalle nuove linee guida sul triage intraospedaliero che tra il resto è all'esame della conferenza Stato-Regioni. L'obiettivo è quello di ridurre i tempi di attesa e diminuire il margine di errori.













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