«L’Università sforni docenti trilingui»

Tommasini studia una proposta per l’ateneo «La scuola ha bisogno di questa svolta»



BOLZANO. Come garantire una scuola plurilingue? Con insegnanti capaci di passare con scioltezza dall’italiano, al tedesco all’inglese. Questa è una delle vie. Un’altra opzione è assumere insegnanti tedeschi nella scuola italiana e viceversa. Ma questo percorso comporta che le due scuole si muovano in parallelo sul tema del plurilinguismo. Non è stato così finora. «Allora puntiamo sulle competenze linguistiche degli insegnanti», è la proposta dell’assessore provinciale Christian Tommasini, che sta lavorando a una proposta per la facoltà di Scienze della formazione a Bressanone. «È stata fondata la Lub, si è consolidata, è il momento del salto di qualità», dice. L’obiettivo massimo sarebbe una facoltà unica di Scienze della formazione, che oggi è divisa nelle sezioni italiana, tedesca e ladina, esattamente come le scuole dell’infanzia e le scuole elementari in cui andranno ad insegnare i laureati a Bressanone. E come la scuola mista resta il tabù assoluto per la Svp, così sarà anche per la facoltà universitaria. «Diciamo allora che è necessario rafforzare di molto il rapporto tra le tre sezioni, che oggi dialogano pochissimo, e che si può immaginare un robusto rafforzamento degli insegnamenti in tedesco e inglese all’interno della sezione italiana di Scienze della formazione», prosegue Tommasini, «Abbiamo una Lub trilingue, che lo è molto di meno a Scienze della formazione. Un paradosso assoluto, considerata la necessità di avere un corpo di insegnanti in grado di rispondere alla richiesta di plurilinguismo espressa dalle famiglie». Scienze della formazione ha appena vissuto il passaggio del testimone dalla storica preside Liliana Dozza al ladino Paul Videsott. Come pensa di muoversi Tommasini? «Ne abbiamo discusso con il consiglio di amministrazione della Lub, trovando una certa attenzione. È una proposta da costruire, ma mi permetto di dire che c’è una certa fretta: il corso di studi di Scienze della formazione è di cinque anni. Anche partissimo domani, dovremmo aspettare per avere i primi insegnanti di “nuova generazione”». La laurea magistrale in Scienze della formazione primaria è articolata in cinque anni e richiede 300 crediti.

Nella sezione italiana la lingua principale di insegnamento è l’italiano. Per il tedesco sono previsti almeno 20 crediti, e per l’inglese sono previsti laboratori (12 crediti) e un insegnamento predefinito. Nella sezione tedesca sono richiesti almeno 20 crediti di italiano, e per l’inglese 12 crediti nei laboratori e un insegnamento predefinito). «Troppo po chi i corsi nella seconda e terza lingua», commenta Tommasini. La sezione ladina come sempre fa la differenza con una maggiore alternanza di insegnamenti in ladino, italiano e tedesco più l’inglese (laboratori 12 crediti e una materia predefinita). Insiste Tommasini: «Per garantire una diffusione sempre maggiore del Clil nella scuola italiana (materie insegnate in tedesco e inglese) continuiamo a operare con gli appalti esterni, le compresenze e gli insegnanti di madrelingua immessi nell’organico. Ci serve una soluzione strutturale». E lo stesso percorso di maggiore plurilinguismo dovrebbe valere, anticipa Tommasini, per le scuole di formazione (le ex Ssis) per gli insegnanti delle scuole medie e superiori.

Non sarà facile, né politicamente né tecnicamente: «La riorganizzazione dei corsi della Lub non sarebbe sufficiente. Il ministero dell’Istruzione dovrebbe permettere l’istituzione in Alto Adige di graduatorie apposite per gli insegnanti che escono con la formazione plurilingue». La Lub si avvia al ricambio dei vertici. Il Consiglio dell’università scadrà nella primavera del 2018, ma non è escluso che il presidente Konrad Bergmeister si dimetta in anticipo. Se ne parla dal maggio 2016, quando Bergmeister venne nominato presidente della Fondazione Cassa di risparmio. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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