La carica rosa nelle società pubbliche

Le donne nei Cda dal 2% al 22% grazie alla legge provinciale sulle quote. Martha Stocker promette: «Il 33% tra un anno»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Ci voleva una legge, anzi due, e le donne sono spuntate. E sono andate a sedersi nella stanza dei bottoni. In meno di quattro anni, le donne nei consigli di amministrazione delle società provinciali sono passate dal 2% del marzo 2010 al 22% di oggi. Al loro fianco, ci sono le professioniste insediate nei collegi dei revisori dei conti, cresciute dall’1% all’attuale 24%. Le cifre sono simili se si considerano insieme società ed enti provinciali: la situazione attuale vede il 23% di donne nei cda e il 25% di revisori dei conti. È arrivata prima la legge provinciale sulla parità, che prevedeva la presenza obbligatoria delle donne nelle società. Poi nel marzo 2012 è stata approvata la legge n.3 più circostanziata, che ha fissato l’obbligo di 1/3 di donne nelle società e negli enti provinciali.

Il 33% complessivo non c’è ancora, ma arriverà presto. Ne è convinta e lo annuncia Martha Stocker, che oltre a sanità, sociale e lavoro, ha anche la competenza sulle pari opportunità. È una capofila delle quote rosa, di cui si occupò come leader delle donne Svp. Martha Stocker ha già chiesto agli uffici di preparare una tabella con le presenze femminili ai vertici delle società.

Dal 2% al 22%. Dove non arriva il buon senso arriva la legge?

«C’è stato anche un pizzico di fortuna, perché dopo la legge sono andati in scadenza una serie di Cda e sono stati rinnovati applicando la regola del 33%».

Che previsioni per il futuro?

«Tra un anno, massimo un anno e mezzo , la cifra complessiva delle donne nelle società sarà il 33%».

Le quote non piacciono, agli uomini in particolare. Come è andata l’applicazione della legge?

«Oggi mi sento di dire: senza problemi. All’inizio queste novità sembrano impossibili. Appena muovi qualche passo, diventa tutto naturale. Va anche detto che queste leggi vanno scritte quando sono applicabili nella realtà. Rispetto a dieci anni fa, c’è un bel gruppo di professioniste che possono entrare nei collegi dei revisori dei conti. Per i Cda non c’erano problemi nemmeno prima».

È servito un ricorso al Tar per applicare le quote rosa dentro Ae.

«Non ho mai capito quella vicenda».

Progetti come assessore alle pari opportunità?

«Insieme al Comitato per le pari opportunità voglio seguire bene il filone donne e lavoro e donne e salute, intrecciando le mie competenze. Mi piace anche l’idea di una piattaforma di incontro tra le donne ai vertici delle società».

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