La Corte dei conti: «Il sindaco di Salorno paghi 30 mila euro»

Giacomozzi avrebbe danneggiato l’immagine del Comune: accusato di abuso d’ufficio, aveva patteggiato 4 mesi



SALORNO. E’ passato più di un anno dalla sentenza che pareva dovesse chiudere il capitolo in modo definitivo. E invece ora arriva la sorpresa: la Corte dei conti chiede un risarcimento al sindaco di Salorno, Giorgio Giacomozzi, questa volta accusato di aver leso l’immagine del Comune.

La vicenda prende le mosse da una commistione di pubblico e privato per la quale il sindaco era stato chiamato davanti a un giudice. Nel mirino della giustizia un progetto che l’ingegnere-sindaco avrebbe redatto - pur facendolo firmare ad un geometra - e che poi lui stesso in qualità di pubblico ufficiale avrebbe “discusso” in commissione edilizia e poi varato con la sottoscrizione della concessione edilizia. Il sindaco si era sempre dichiarato totalmente estraneo ai fatti contestati.

La questione fu chiusa nel settembre dell’anno scorso con la richiesta di patteggiare una pena di quattro mesi, richiesta che fu accolta dalla procura e vidimata dal giudice. Il sindaco si trovava in una situazione obiettivamente scomoda perché un’eventuale condanna avrebbe potuto portare con sé anche l’interdizione dai pubblici uffici. Questo avrebbe comportato le immediate dimissioni del sindaco e un nuovo ricorso alle urne per Salorno. Giacomozzi per questo scelse la strada del patteggiamento, non una condanna ma sostanzialmente un accordo sulla pena che nulla dice sulla responsabilità delle contestazioni. Questo lo metteva al riparo dall’incompatibilità nel suo ruolo, potendo così continuare a fare il sindaco. Ovvio che le opposizioni ne facessero un caso politico, sollevando questioni di fiducia e di opportunità.

Non se ne fece nulla e il sindaco ha continuato a svolgere il compito che gli elettori gli avevano affidato. La vicenda, insomma, sembrava chiusa così. Evidentemente la Corte dei conti non è dello stesso avviso. Finito l’iter in tribunale dal punto di vista penale, altri giudici hanno preso in considerazione l’accaduto, ipotizzando che la vicenda abbia in qualche modo potuto nuocere al buon nome di un’amministrazione pubblica e di un municipio che dovrebbe sempre e comunque essere trasparente e chi lo guida deve essere impeccabile sotto tutti i punti di vista. Secondo la Corte, quindi, esistono i presupposti per chiedere al sindaco un risarcimento danni, quantificato in 30 mila euro secondo parametri difficilmente immaginabili. Comunque sia, tanto vale l”immagine” di Salorno e il decoro dell’attività pubblica, sempre secondo i magistrati.













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