La Curia: una rete contro gli abusi

Ne fanno parte tre quarti delle associazioni cattoliche. Il vescovo: «Fermiamo subito chi sbaglia»


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Sono convinto che sia impossibile eliminare totalmente gli abusi psicologici, fisici e sessuali, l’importante però è fare tutto il possibile per prevenire e per essere vigili: alle prime avvisaglie, chi sbaglia deve essere fermato. Subito».

È l’inflessibile presa di posizione esternata ieri dal vescovo Ivo Muser, nel corso di un importante convegno tenutosi al centro pastorale della curia sul tema della prevenzione degli abusi sessuali e delle violenze su minori in Alto Adige.

La diocesi ha reagito in modo sensibile e trasparente, così si è spiegato ieri, di fronte al tema della violenza sessuale. È passato il tempo della politica del tacere e degli spostamenti di parrocchia. Anche nella nostra Diocesi, si è ammesso chiaro e tondo, si sono verificati abusi sessuali e violenze fisiche e psicologiche da parte di sacerdoti e religiosi. Il vescovo si è espresso in modo cristallino per una cultura dell’attenzione e delle responsabilità finalizzata alla protezione dei bambini e dei giovani, e questo in tutte le realtà ecclesiali.

Fulcro del convegno, la relazione di don Gottfried Ugolini, responsabile del progetto, sui risultati di un sondaggio esperito in autunno con l’obiettivo di rivelare se e come il tema della prevenzione di abusi sessuali e di violenze fosse stato ripreso e fatto proprio dalle varie organizzazioni cattoliche altoatesine.

Il sondaggio è stato certamente positivo, si è fatto notare ieri. La valutazione dei risultati del sondaggio sarà ora la base per l’elaborazione di un programma di prevenzione da implementare a livello diocesano. Nel corso del sondaggio - chiarisce Ugolini - sono state contattate 33 organizzazioni, delle quali 24, ossia il 73% del totale, hanno fatto pervenire in tempo utile i questionari compilati che contenevano anche parti descrittive, richieste e suggerimenti.

«Positivamente - così Ugolini - si può notare che nella maggior parte delle organizzazioni cattoliche della nostra provincia la protezione e la sicurezza dei bambini e dei giovani è stata ripresa come obiettivo primario del lavoro di prevenzione. Alcune organizzazioni hanno già preso in considerazione e realizzato provvedimenti concreti. Soprattutto quelle che lavorano più direttamente con bambini e ragazzi, che hanno elaborato e introdotto procedure d’intervento in casi di sospetto e di incidenti concreti».

Le organizzazioni cattoliche altoatesine chiedono però più informazioni, più materiale informativo e anche un sostegno attraverso degli esperti.

«Una questione centrale è l’elaborazione di procedure di intervento in casi di sospetto, indicazioni, accuse e incidenti concreti». Un’altra richiesta riguarda la formazione dei collaboratori della diocesi.

In sintesi, prosegue Ugolini, «si può dire che la Diocesi di Bolzano-Bressanone è una delle poche a livello nazionale che si confronti con il tema degli abusi sessuali e che prenda delle misure concrete».

Quasi un unicum a livello italiano, la diocesi bolzanina.Tanto che don Ugolini tende la mano, mettendo a disposizione delle altre diocesi per così dire il know how raggiunto dagli altoatesini sul tema.

Nonostante ci si sia mossi con convinzione, conclude don Ugolini, «c’è ancora molto da fare per promuovere una cultura dell’attenzione e della responsabilità. È necessaria una più intensa collaborazione interna alla chiesa e il lavoro di rete con tutte le istituzioni della Provincia».

L’obiettivo «è di garantire ai bambini e ai ragazzi la migliore protezione e sicurezza».

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