La denuncia: carcere invaso dalla zecche

Il sindacato: "Ce ne sono anche negli alloggi della polizia penitenziaria". La direttrice: l'edificio è vecchio, trovati anche topi


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Se serviva una conferma sullo stato di emergenza della struttura di via Dante, eccola: il carcere è invaso dalle zecche, anche nella caserma della polizia penitenziaria. Anzi è proprio dal sindacato di polizia Uilpa che arriva la denuncia: «Si rende necessaria una disinfestazione urgente, a soli tre mesi da quella precedente», si legge nella nota della segreteria del Triveneto, «la caserma è fuori dagli standard di legge sull'igiene e la salute dei lavoratori». L'ultima volta in cui era stata segnalata la presenza di parassiti nella casa circondariale era solo lo scorso novembre. Ora le zecche sono tornate. «Sono praticamente dappertutto – lamentano gli agenti – le troviamo sulle finestre, nelle docce, qualche giorno fa un collega è sceso dagli alloggi con un bicchiere in mano in cui aveva catturato tre zecche che aveva trovato ai piedi del suo letto; la salute di chi sta qui dentro è in pericolo».

E la conferma, indirettamente, che il problema esista, arriva anche dalla direttrice Maria Rita Nuzzaci, «Questa struttura è agli sgoccioli, siamo costretti a fare anche due o tre disinfestazioni l'anno, ma è chiaro che non sono una soluzione definitiva». Tra le mura dell'Ottocento che fanno muffa, e i pochi metri di distanza dal fiume, il carcere oggi è più asburgico di quando venne costruito. «Ci è capitato di trovare anche topi – prosegue la direttrice - che arrivano dal fiume in certi momenti dell'anno; la situazione è molto precaria, e questo non fa altro che aumentare il livello di urgenza per la costruzione del nuovo carcere». Intanto l'intervento della Asl è stato già richiesto. «È questione di pochissimo tempo e poi anche questa volta il problema verrà tamponato; ma è difficile ipotizzare che prima o poi non torni a presentarsi». La notizia arriva a breve giro dopo il bilancio tracciato dalla stessa Nuzzaci in occasione della visita del vescovo per gli auguri di Pasqua ai detenuti: già allora era emerso tutto il disagio che accomuna ormai da tempo sia le guardie che i detenuti, costretti a condividere gli annosi problemi della struttura. Mancanza di attrezzature, di finanziamenti per interventi di manutenzione, perfino della cancelleria. Ora le zecche, in attesa che la Provincia sblocchi le procedure per il nuovo penitenziario a Bolzano Sud, che secondo le previsioni del subcommissario incaricato dal ministero degli interni, Luis Durnwalder, avrebbe dovuto vedere la posa della prima pietra del cantiere nel 2012. Nel frattempo però è arrivata la crisi, e allora la più grande preoccupazione di tutti è che per la nuova casa circondariale, invece di accorciarsi, i tempi finiscano per allungarsi all’infinito. Il progetto del nuovo carcere è sparito da mesi dai comunicati stampa ufficiali, e le massime cariche provinciali schivano con cura le domande sull’argomento. In questi anni però si sono andati moltiplicando gli appelli da parte di più fronti, per abbandonare definitivamente la struttura dell’Ottocento: da Franco Corleone, ex sottosegretario alla giustizia, al prefetto di Bolzano Valerio Valenti, il parere è unanime: dare il via ai lavori è di massima urgenza.













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