La febbre del “Sei di Bolzano se...”

Migliaia di iscritti al gruppo Facebook del capoluogo, ma ci sono anche Merano e Laives. Dietro al tormentone "virale", la voglia di condividere ricordi, e tanta nostalgia dei ricordi di gioventù



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BOLZANO. Tutto ebbe inizio tre anni fa con un gruppo facebook sullo slang bolzanino, in cui regnavano sovrani il “blaun” e il “brattaro”. Adesso, arriva la febbre del “Sei di Bolzano se...”: il richiamo irresistibile dei tempi che furono, di quando in piazza Walther si entrava in auto e alle semirurali ci si andava a pranzo la domenica a casa dei nonni. Un catalogo intero di ricordi e nostalgia collettiva incanalati in un gruppo FB che nel giro di pochi giorni ha accumulato oltre 4500 iscritti e continua a crescere. E allora ecco che alle prime frasi che iniziano coi puntini di sospensione, si aggiungono foto, commenti, e anche qualche video; e Facebook si trasforma in memoria collettiva e viva.

IL GRUPPO FACEBOOK "SEI DI BOLZANO SE..."

Se da un lato, com’è inevitabile, non si resiste alla tentazione di riallacciarsi alla realtà attuale con i dovuti (e inesorabilmente critici) paragoni, dall’altro canta vittoria chi aveva sempre pensato che Bolzano, e per estensione tutto l’Alto Adige, sia una terra meravigliosa ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a voce alta. Poi c’è tutta la rubrica di chi si è trasferito, e che si rifà vivo nei commenti alle immagini, spesso i più nostalgici di tutti, e saluta la città da lontano come un moderno Ugo Foscolo. Non mancano quelli che usano il passato per “pungere” chi ha il compito di gestire il presente, e i temi in merito sono molti, ma su tutti vince “com’era bella la funicolare del Virgolo”.

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Nel catalogo delle nostalgie ce n’è per tutti i gusti, dalla latteria in via Torino al cinema dove l’ultima fila era quella più trafficata di tutte le altre messe insieme. E si torna ragazzi e ragazze per qualche minuto. O qualche ora, come scherza chi si lamenta di non aver saputo fare altro che aggiornare la pagina per tutto il giorno in attesa del commento successivo.

E infine c’è chi passa ai fatti, perché questo patrimonio condiviso è una scoperta che vale la pena di approfondire anche oltre la sfera dei rapporti “digitali”, e quindi c’è chi si offre di organizzare un incontro, una festa, magari all’aperto non appena smetta di fare freddo, e tornare a “riaccendere” la città, come nei gloriosi anni ’80. Una dichiarazione d’amore per Bolzano che nel frattempo prende piede e diventa modello anche per le altre città: il gruppo “Sei di Merano se...” conta già oltre 3.100 iscritti, mentre il più recente “Sei di Laives se...” sfiora i duemila.

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Eccesso di campanilismo, fierezza delle proprie origini, tormentone web o cosa altro? Probabilmente, un po' di tutto questo. Il fenomeno dei gruppi "Sei di..." è virale e contagioso: in questi gruppi, gli iscritti aumentano a ritmo esponenziale ma tendono anche a bruciarsi in fretta. Altri, nati molto prima e meno "esplosivi", coltivano da tempo l'amore per la propria città tra ricordi, foto e appelli di vario genere.

Come Bolzano scomparsa di Daniele Miccoli, 4200 "mi piace" e una galleria fotografica (quasi esclusivamente in bianco e nero) di grande interesse. Raccolte di foto che risentono dell'anarchia dei social - generalmente, tutte in un unico contenitore e senza didascalie esplicative - ma anche fotogallery tematiche come questa, "Noi bimbi in città" dello Slang di Bolzano.

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Un anno dopo aver fondato il gruppo Slang di Bolzano, il giornalista dell'Alto Adige Paolo Cagnan riusciì a pubblicare, con Curcu & Genovese, un volumetto che raccoglieva centinaia di espressioni tipiche. Ebbe un tale successo che andò esaurito in pochi giorni. Ancora alcuni mesi, ed ecco la seconda edizione del libriccino, arricchita di divertenti sezioni, dagli insulti tipici ai cori dell'hockey.

Lo "Slang 2" si è arricchito - rispetto alla prima edizione - di oltre 500 nuove voci. Si è ampliata la parte più tipicamente altoatesina, quella dei modi di dire italiani usati (spesso storpiandoli) dalla popolazione sudtirolese e, specularmente, le espressioni in dialetto sudtirolese usate anche dagli italiani.

BÄTSCH SCHIFO. Qualche esempio? Ai bambini si dice ancora oggi "Pfui bätsch" quando stanno per toccare o raccogliere qualcosa per terra. "Cruscòtt" per "Grüss Gott", buongiorno, oppure "zum Volvo" per "zum Wohl", ovvero "salute"; "desfakokkele" è il classico rompiscatole, gli "òiri" sono gli euro in tedesco, "nix" sta per nichts, niente; la "Schnapsele" è il tradizionale grappino, "sprizzenare" (dal tedesco spritzen) significa spruzzare pesticidi sulle piante dell'orto; un "Eier flip" è una bevanda a base di latte caldo con schiuma e vov, "verstanden?" lo si usa per dire "ci siamo intesi?". E dire "pane e fuchs" (volpe) significa "svegliati!"

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I VENETISMI. Molte tra le voci aggiunte allo Slang 2 sono legate ai dialetti veneti e trentini: "batter brocche" significa tremare dal freddo, "folpare" sta per rubare, le "gnagnole" sono le coccole, "magnamosche" è chi se ne sta lì impalato a bocca aperta, la pacecca è il fango di neve sporca, la "sbrindolona" (o "scorlandona") è la donna o ragazza cui piace stare sempre fuori casa, a cazzeggiare; "son sbrissà nella radia" significa "sono scivolato in curva", mentre le gambe "sifoline" sono magre e storte; lo "sguazzaort" è l'innaffiatoio mentre "zoncare" sta per tagliare, e via di questo passo.

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IL VINTAGE. Ci sono poi espressioni-vintage, che non sono Slang di Bolzano ma che sono ormai patrimonio lessicale degli attuali quarantenni. Ad esempio: "ma che sei, Mandrake?" legato a un personaggio dei fumetti; "mi gioco il jolly" (ovvero, è il momento di tentare il tutto per tutto) clonato dai celebri e indimenticati "Giochi senza frontiere", il "mongolino d'oro" che è un premio per cretini; e pure "cretinetti", per assonanza, dal nome del personaggio di un vecchio comico francese (le madri dicevano ai figli: dài, smettila di fare il cretinetti!)

I SONDAGGI AMARCORD. Già, l'amarcord. Indissolubilmente legato allo slang. Ed è anche per questo che nella seconda edizione del dizionario sono state aggiunte nuove appendici, dai cori dell'hockey (non esattamente nati dalla penna delle orsoline, ma tant'è) e le esilaranti sezioni dedicate alle minacce, agli insulti e alle prese in giro; ci sono poi dieci sondaggi che rivelano molto della Bolzano di qualche lustro fa. Sono le hitparade dei locali più frequentati, dei giornalini più letti, dei cinematografi preferiti, dei giochi di cortile e dei motorini più amati.

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AHI, IL NOCCHINO! La comunità degli "slangaioli"  sa bene il significato di aggettivi come "fiala" (persona moscia) o "straolfo" (pieno, di cibo o alcol), di verbi come "perlinare" (provarci con tutte in discoteca) o sostantivi come il "nocchino", dolorosissimo colpo con la nocca della mano sulla testa o sulla nuca di qualcuno. Una comunità che ama il Misch-masch linguistico (appunto...) e che si è molto divertita ad essere contattata da una ricercatrice che, proprio prendendo le mosse dal gruppo Facebook e dal libriccino, sta esaminando con occhio scientifico la strana comunità di "slangaioli" in parte ex sciangaioli.













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