La gestione degli asili spacca i Cinque Stelle

Un gruppo di aderenti contesta la mozione firmata da Köllensperger Nel mirino anche la gestione del Movimento: «Decide tutto la casta Fortini»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Per il gruppo dei “contestatori” è la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo; per Paul Köllensperger, consigliere provinciale Cinque Stelle, è “solo una vicenda penosa sollevata da uno sparuto gruppo di persone”. Di fatto è il secondo grosso scontro all’interno del Movimento Cinque Stelle altoatesino, che segue di un paio d’anni la cacciata di Andreas Perugini.

Al centro della contestazione che rischia di provocare una profonda frattura nel Movimento - alle ultime elezioni comunali ha conquistato quattro seggi e l’8,9% dei voti - una mozione, presentata da Köllensperger assieme a Dieter Steger (Svp) e approvata all’unanimità dal consiglio provinciale. Il documento impegna la giunta provinciale a fare di tutto per evitare che la gestione di cinque scuole dell’infanzia di lingua tedesca Gries, Rencio, Aslago, Maria Heim e Quirino, curate attualmente dalla parrocchia di Gries, passi al Comune di Bolzano.

In una lettera, inviata al nostro giornale, i tre firmatari - Dario Saracino, Nadia Rossano, Barbara Ripepi (Di Gaia) - sostengono che il contenuto della mozione va innanzitutto contro quella che è la linea nazionale del Movimento: «In tutta Italia i Cinque Stelle si battono contro le esternalizzazioni dei servizi pubblici, non solo nelle scuole, e contro il liberismo in generale. Sarebbe perciò da chiarire perché e nell’interesse di chi a Bolzano il Movimento ha votato assieme alla Svp su questioni che sono assolutamente contrarie alla linea nazionale e al suo programma».

La spiegazione arriva direttamente da Köllensperger: «Si sa perfettamente che io sono contrario a qualsiasi forma di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi, fa eccezione questo caso per il semplice fatto che la gestione privata di queste scuole dell’infanzia ha ormai una lunga tradizione e in alcune di esse inizia già nei primi anni del secondo dopoguerra. I gestori privati hanno svolto un ruolo fondamentale e intorno a loro nel corso degli anni si è creata un’importante rete sociale fortemente radicata nella popolazione e per questo particolarmente apprezzata dalle famiglie».

A questo punto però per “coerenza”, sempre secondo i contestatori, bisognerebbe “dare ad ogni parrocchia o cooperativa la possibilità di gestire tutte le scuole dell’infanzia altoatesine, e a partire dal comune di Bolzano, la gestione delle scuole dell’infanzia andrebbe esternalizzata applicando quei normali principi di uguaglianza che sono nel Dna del Movimento Cinque Stelle”.

La contestazione in realtà va al di là della questione relativa alla gestione delle scuole dell’infanzia e investe il modus operandi del gruppo dirigente: «La democrazia diretta - dice Nadia Rossano - che dovrebbe essere l’essenza del nostro Movimento, in Alto Adige esiste solo sulla carta. Su tutte le vicende decide un gruppo ristretto, ma la base è tagliata fuori. E comunque di grave c’è anche che i Cinque Stelle altoatesini non partecipano a nessuna delle battaglie portate avanti a livello nazionale».

Le decisioni che contano verrebbero prese da quella che viene definita la “base Gold”. «Che fa capo - spiega Barbara Ripepi (Di Gaia) - a Maria Teresa Fortini, Claudio Vedovelli e pochi altri. Tanto che noi la chiamiamola la “casta Fortini”».

Del crescente malessere interno è stato investito anche il deputato Riccardo Fraccaro, ma pare senza grandi risultati.

Köllensperger, accusato di gestione centralista, replica alle critiche minimizzando: «Ogni questione viene discussa assieme e le nostre riunioni sono aperte a tutti, non è colpa mia se chi oggi contesta, non partecipa mai. In ogni caso la protesta riguarda in tutto 6-7 persone su un gruppo di 70-80. È una vicenda penosa su cui c’è ben poco da dire».

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