La Lega corteggia la Svp Calderoli ambasciatore 

L’ex ministro conta su amicizie consolidate. Fugatti: insieme per il rinnovo dell’A22 Vertici Svp e Boschi a cena: l’alleanza tiene. Artioli: serve una Stella alpina italiana


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La sintesi più efficace è arrivata subito dopo il voto da Manfred Schullian, rieletto alla Camera con la Svp: «Stiamo per iniziare la navigazione in acque nuove. È una sfida anche per noi». Legata all’alleato tradizionale Pd (in crisi post elettorale), la Svp viene messa alla prova dalle sirene che la invitano a cambiare rotta. Il 23 marzo si arriverà al dunque, quando il Parlamento nella prima seduta dovrà votare i presidenti di Camera e Senato e si abbozzeranno le prime alleanze.

IL PATTO CON IL PD. Dopo l’aperitivo a Gries con i tesserati Pd, cena sul Renon venerdì sera per Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa per festeggiare l’elezione nel collegio di Bolzano con i vertici di Svp e Pd: Arno Kompatscher, Philipp Achammmer, Karl Zeller, Dieter Steger, Thomas Widmann, Alessandro Huber, Christian Tommasini, Carlo Costa, Nadia Mazzardis e Sandro Repetto. Era una cena, non un vertice politico, ma la Svp ha lanciato il segnale che il Pd attende. Il patto (al momento) tiene. Ma nella Svp, e all’esterno, quante spinte per un riposizionamento a Roma e in Provincia, sull’onda di queste politiche così dirompenti.

LE SIRENE LEGHISTE. Tra i possibili candidati della Lega per la presidenza del Senato c’è Roberto Calderoli, per tre volte vice presidente, circondato da stima trasversale per la gestione dell’aula. E proprio Calderoli viene considerato l’ambasciatore perfetto tra la Lega e la Svp, grazie ai rapporti stretti sia in Senato, che ai tempi in cui era ministro delle Riforme istituzionali. Tra i contatti forti di Calderoli nella Svp c’era l’ex presidente Luis Durnwalder. Coincidenza vuole che in Senato siederà ora il nipote Meinhard Durnwalder, che dice «nei primi tempi mi farò consigliare da zio Luis». È scontato che ci sia bisogno di ambasciatori di un certo tipo in casa Svp. Perché la Lega di Salvini, con le sue posizioni sugli stranieri e sull’Europa, finora viene vista come inavvicinabile dalla Svp. I primi tentativi di contatto leghista dopo il voto sarebbero finiti nel gelo. Maurizio Fugatti, deputato e coordinatore trentino della Lega, va sul concreto: «La Lega è disposta a sedersi al tavolo per discutere dei temi cari alla Svp, a partire dal rinnovo della concessione A22, su cui mi sono speso in campagna elettorale. Calderoli, con Giorgetti, è una delle persone che può farsi garante dei temi dell’autonomia».

E QUELLE DI FORZA ITALIA. Donatella Conzatti, neo senatrice di Forza Italia, proviene dall’Upt, un passato citato da Achammer per presentarla come possibile interlocutrice. Scambio di cortesie ricambiato: «Ero presente al congresso che ha eletto Achammer e ho un ottimo rapporto con l’europarlamentare Dorfmann».

ARTIOLI RILANCIA. C’è stato un momento in cui si dava per imminente l’ingresso di Elena Artioli nel Pd. «Il Pd si è sbriciolato, a Bolzano come nel resto d’Italia», dice ora Elena Artioli. Ma non bisogna chiederle se è tentata da un rientro nella Lega vincente: «Non ho la tessera della Lega. La mia idea sarebbe un’altra». Ecco allora che Elena Artioli torna alle origini: «Resto convinta che il progetto migliore sarebbe una Stella alpina italiana. Per un progetto così mi spenderei. Un movimento territoriale, non ideologico, che ci dia forza. Potrebbe essere una “kleine Edelweiss”, come quelle nei paesi. La Svp avrà il coraggio?».

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