La Lega: «Più determinati che mai» 

La manifestazione. Quasi duecento leghisti altoatesini ieri a Roma per la mobilitazione nazionale In piazza San Giovanni con il centrodestra anche CasaPound. Bonazza: «Siamo arrivati in tanti, un pullman»



Bolzano. Piazza San Giovanni ridà energia alla Lega. «Torniamo a lavorare sul territorio con ancora più convinzione e determinazione»: così da Roma la Lega dell’Alto Adige. Ieri la manifestazione dell’«orgoglio italiano», così Matteo Salvini, con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Dall’Alto Adige un pullman e carrozze prenotate in due treni: poco meno di duecento persone, solo per la Lega. «Giornata storica. La piazza era piena», è soddisfatto il commissario leghista Maurizio Bosatra.

E poi c’era CasaPound, la presenza che ha creato problemi dentro Forza Italia (Mara Carfagna ha disertato la piazza). I militanti della formazione di «fascisti del terzo millennio» sono partiti anche da Bolzano e Trento. «Siamo tanti, un pullman», conferma Andrea Bonazza, capogruppo in Comune. La Lega rispedisce al mittente le polemiche. Anche la Lega bolzanina, alleata della Svp in Provincia. «Non ho visto né persone né bandiere di CasaPound», commenta il vice presidente Giuliano Vettorato. «La nostra partecipazione è stata numerosa come mai nel passato», fa sapere la Lega locale, «Presenti i due deputati altoatesini (Filippo Maturi e Tiziana Piccolo) gli eletti in consiglio Provinciale (Giuliano Vettorato, Rita Mattei, Massimo Bessone e Carlo Vettori), gli eletti nei consigli comunali (Pramstrahler, Nevola, Pancheri, Armanini, Galileo, Govi, Dallago) Già il venerdì è sceso un pullman, mentre in giornata è stato necessario prenotare due carrozze in un primo treno e un'altra su un secondo treno. L'entusiasmo della piazza è stato enorme, come le parole del segretario Salvini». Sull’estrema destra in piazza con il centrodestra, la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore commenta: «Beh, con la sinistra abbiamo visto pugni chiusi e bandiere rosse». Così Salvini: «Questa non è la piazza di Matteo, Giorgia e Silvio, ma di tutti. È la piazza dell’Italia che spera». I militanti di CasaPound sono entrati in piazza con il leader Simone Di Stefano: «Non entreremo in coalizioni. Siamo qui per dare un contributo di idee».

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