La Letrari diventa donatrice: «Colpita dalla vicenda di Ale»

La nuotatrice testimonial dell’Admo. «Ho deciso dopo aver parlato con la mamma del piccolo Polì»


di Antonella Russo


BOLZANO. Due donne giovani, ognuna con la sua storia, ma entrambe testimonial dell’Associazione donatori di midollo.

Laura Letrari, la giovane campionessa di nuoto brissinese è giunta ieri mattina al Centro trasfusionale dell’ospedale San Maurizio di Bolzano sorridente e fiera per questa scelta. «Mio nonno era presidente dell’Avis di Bressanone – ci racconta l’atleta – e per questo in famiglia si è sempre parlato di donazione. Poi, durante una festa della Bolzano Nuoto, ho conosciuto Emanuela e la storia di suo figlio è questa è stata la spinta decisiva».

Emanuela Imprescia, della quale abbiamo seguito a più riprese la storia, è la mamma di Alessandro Polì il bambino che grazie a un donatore di midollo è guarito dalla leucemia. Emanuela, come lei ci ha detto, è con suo figlio “un caso particolarissimo” in quanto è stata a sua volta donatrice. «Mentre mio figlio combatteva per la prima volta contro la sua leucemia, io sono stata chiamata per donare il mio midollo osseo ad una donna in Francia - racconta - . All’epoca, non sapevo che quel regalo, dopo cinque anni, mi sarebbe tornato indietro e che il cerchio si sarebbe chiuso».

Come testimonial particolarissima, a doppio senso potremmo dire, Emanuela ha deciso di scendere in campo attraverso la sensibilizzazione della gente con il gruppo su Facebook “Polì Ale un midollo per la vita” - che in poco tempo ha raggiunto i quasi 16 mila iscritti – e con le campagne di informazione per conto dell’associazione Admo Alto Adige.

E’ stato proprio attraverso queste campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani - che si svolgono sia nelle scuole che presso molte associazioni sportive - che le due protagoniste si sono conosciute. Laura ed Emanuela, assieme vogliono essere testimoni dell’importanza della donazione di midollo osseo. Sono una su centomila le possibilità di trovare un donatore compatibile per questo c’è tanto da fare.

«Donare è un gesto che non ti toglie niente - dice la nuotatrice - ma è fondamentale per salvare una vita». Lo sport insegna prima di tutto il rispetto per la vita per questo come atleta “mi sento in dovere di aiutare chi ha bisogno”. Quando le chiediamo se sia curiosa di conoscere l’ipotetico trapiantato lei dice che è giusto l’anonimato imposto dalla legge.

Emanuela Imprescia a tal proposito precisa che l’unico contatto tra donatore e trapiantato può avvenire solo attraverso la corrispondenza. E lei come mamma di Alessandro ha scritto una lettera alla donatrice di suo figlio - una ragazza tedesca di 22 anni -, dove racconta che la sua opera di sensibilizzazione altro non è che un modo per ricambiare del grande dono ricevuto.













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