La pagina di Facebook per l’amarcord meranese

Già oltre 3500 iscritti al gruppo nato spontaneamente “Sei di Merano se...” Dichiarazione d’amore per la città con un pizzico di sana nostalgia


di Ezio Danieli


MERANO. In pochi giorni - l'iniziativa è partita sabato mattina - ha già raccolto oltre tremilacinquecento adesioni che sono poi diventate altrettanti messaggi in cui vengono raccontati, in estrema sintesi, quali sono i pensieri sulla nostra città.

Su Facebook è decollata, anche in riva al Passirio, un'iniziativa amarcord. Si chiama "Sei di Merano se" e le adesioni, come detto, sono state tantissime: a ieri pomeriggio hanno superato le tremila e cinquecento unità. Che potrebbero superare presto la quota di 5 mila o forse anche di più.

A tal punto che l'avvio della iniziativa è stato accompagnato da un'altra proposta: troviamoci, alla fine della primavera, in una pizzeria e commentiamo assieme i vari messaggi che arriveranno. Già: ma basterà una pizzeria per riunire tutti coloro- o soltanto una parte - che hanno aderito? Un’altra proposta, che sta prendendo piede e che potrebbe concretizzarsi, è stampare una maglietta con tanto di logo che è già pronto ed ovviamente pubblicato su Facebook. Esperienze simili sono nate in varie città d'Italia; di recente è accaduto anche a Bolzano con numerose adesioni anche nel capoluogo altoatesino.

Quasi contemporamente è decollata anche a Laives dove le adesioni continuano ad aumentare. L'amarcord piace a tutti, come confermano anche i ricordi fotografici che vengono accettati dal nostro giornale e che li pubblica, appunto sulle pagine della cronaca di Merano, ogni domenica. Ma Facebook è più moderno delle fotografie in bianco e nero, che comunque conservano un fascino del tutto particolare. E soprattutto è più rapido.

Appena qualcuno ha scoperto "Sei di Merano se", ed ha aderito con i primi ricordi, è stata una vera e propria "valanga" di contatti e poi di messaggi. L'amarcord è diventato un fenomeno di costume che sta coinvolgendo sia i meranesi residenti che quelli che, per svariati motivi, hanno dovuto lasciare la città.

Fra i ricordi più significativi, e più ricorrenti, i bagni nelle acque del Passirio da Fritz, i pomeriggi trascorsi sul muretto della chiesa di Santo Spirito, le "vasche" lungo corso Libertà, i vari cinema che c'erano in città, le feste del nasinò all'insù organizzate da Toni Pacher, il baracchino che vendeva dolci e caramelle davanti alla scuola elementare di via Ottone Huber, lo stadio del ghiaccio prima in via Piave e poi davanti alla stazione dei treni, i militari che alle 18 di ogni sera arrivano in centro percorrendo via Palade e via Piave, le cabine telefoniche che servivano anche ai messaggi di amore fra fidanzati, il bazar in via delle Corse.

Non mancano numerosi personaggi che hanno scritto pagine importanti della storia di Merano: fra i citati don Ettore Garollo, Madre Cetto, la dottoressa Bucci, il mitico "sceriffo" Bazzanella, il "bagnino" Fritz, Giuseppe il "vigile" davanti alla chiesa di Santo Spirito.

Fra i ricordi più curiosi - che continuano ad arrivare al ritmo di 4-500 al giorno -anche quello che evidenzia il coraggio di Ermes Gazzini quando riuscì a diffondere le note dell'Inno di Mameli durante una cerimonia di commemorazione degli Schuetzen davanti al momumento di Andreas Hofer.

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