La Procura ha aperto un’inchiesta, corsi rischi rilevanti

La magistratura vuole accertare eventuali responsabilità Non è esclusa alcuna ipotesi ma sul dolo non c’è nulla


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Non può essere soltanto una questione di fatalità. Sono ormai troppe le occasioni che hanno portato la magistratura ad occuparsi del nuovo inceneritore di Bolzano che sembra non avere pace.

In effetti nei mesi scorsi c’erano stati due interventi per presunta emissione nell’aria di sostanze nocive (a seguito di un funzionamento anomalo dell’impianto) con una ulteriore inchiesta aperta sempre a livello penale con l’ipotesi di accusa di danneggiamento a seguito di un quadro del pannello comandi reso inutilizzabile. Per diversi giorni si era parlato di un atto di sabotaggio. Le indagini non avevano però portato a nulla di concreto. I sospetti erano rimasti tali e l’inchiesta alla fine era stata archiviata. Questa volta la situazione di pericolo vissuta da alcuni addetti al lavoro all’interno dell’inceneritore si è rivelata decisamente più grave. Una prima segnalazione di quanto accaduto l’altra sera è già sulla scrivania del Procuratore aggiunto Markus Mayr il quale per il momento non ha voluto fornire alcuna indicazione su come l’inchiesta si svilupperà. L’impressione, comunque, è che si andrà sino in fondo. A fronte di quello che avrebbe potuto accadere (e che per fortuna non è accaduto) va comunque individuata la causa che ha provocato l’improvvisa deflagrazione con danneggiamento diretto dei vetri di una delle cabine di controllo dell’impianto.

Una botta tremenda che ha sprigionato una fiammata giunta sino al quinto piano della struttura che smaltisce ronnellate di rifiuti. E’ proprio il racconto degli addetti ai lavori a far ritenere certo che la deflagrazione sia stata provocata da rifiuti che non avrebbero potuto essere conferiti all’impianto.Il magistrato è comunque scettico sull’ipotesi della preesenza di una bombola di gas in quanto ben difficilmente avrebbe potuto essere inserita nella vasca dell’impianto “trituratore” che precede l’immissione dell’immondizia nella piastra della caldaia.

E’ molto più probabile che sia stato indebitamente inserito nel materiale da smaltire un contenitore di plastica con un residuo di gas che, sotto sollecitudine, avrebbe poi provocato l’esplosione e la fiammata alta una ventina di metri. Che si sia trattato di gas è confermato anche dal fatto che la fiammata si è sprigionata in verticale (seguendo cioè l’emissione del gas verso l’alto) e non in senso orizzontale (come sarebbe avvenuto se si fosse trattato della fuoriuscita di benzina da una tanica). Per il momento, comunque, l’inchiesta è stata aperta con ipotesi colpose. Solo all’inizio della prossima settimana il procuratore Mayr riceverà altre indicazioni tecniche che potrebbero permettere di capire cosa possa essere accaduto. Anche se individuare la provenienza dell’eventuale carico irregolare sarà pressochè impossibile.

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