La ricetta degli impiantisti «Più controlli sul rumore»

Dezulian, presidente del Consorzio della valle di Fassa: «Rispettare i limiti» Scettico invece sulle ipotesi di chiusura: «Il turista chiede libertà di movimento»


di Maddalena Di Tolla


BOLZANO. Daniele Dezulian è il presidente del Consorzio degli impianti a fune della Valle di Fassa e Carezza, 15 società socie che gestiscono 56 impianti a fune. Abbiamo chiesto la sua opinione sul problema del traffico sui passi dolomitici.

Dezulian, dopo settimane di interviste, cosa pensa?

«Parlo a titolo personale, perché ancora non abbiamo definito una posizione ufficiale come consorzio. Ritengo che sia un problema complesso. Nelle valli turistiche intorno ai passi i turisti hanno l’esigenza e il desiderio di spostarsi, e noi dobbiamo garantire la mobilità interna. In valle di Fassa sono attivi 22 impianti per la stagione estiva. La domanda di trasporto pubblico esiste, ma ancora non ci sono servizi sufficienti, che coprano gli orari e le tratte di rientro dalle escursioni o come alternativa all’uso del mezzo privato per effettuare il giro dei passi. Se pensiamo che per esempio al solo passo Pordoi vediamo centinaia di autobus di asiatici, capiamo quanto sia richiesto quello spostamento».

Fra le ipotesi circolate come soluzione per ridurre il traffico, quale la convince? Si è parlato di pedaggio, di chiusura a fasce orarie, oppure di una combinazione di soluzioni secondo lo studio commissionato all’Eurac dalla Fondazione Dolomiti Unesco.

«Credo che si debba distinguere fra i turisti stanziali nelle nostre valli e quelli solo di passaggio proprio sui passi. Ritengo che si possa e si debba fare un grande lavoro per sensibilizzare i turisti stanziali ad usare i mezzi pubblici, magari introducendo anche un ticket a fronte di un servizio efficiente. Serviranno però parcheggi, nuove tratte pubbliche e fonti di finanziamento di opere e servizi. Ma per i turisti di passaggio continuo a pensare che non sia possibile restringere la libertà di movimento, nel turismo è una scelta sbagliata».

L’esempio della soddisfazione degli esercenti dell’Alpe di Siusi, dove la Provincia di Bolzano ha imposto forti limitazioni al traffico privato, non dimostra che innovare porta benefici al turismo?

«Certo, l’innovazione è sempre utile ma resto contrario alle limitazioni di movimento, quindi dico no alla chiusura per fasce orarie. I Passi sono luoghi di transito. La Valle di Fassa ha 50.000 posti letto: a questi numeri bisogna dare risposte. Meglio educare alle alternative, che imporre limiti».

Cosa dice del rumore e della sicurezza per quanto riguarda i motociclisti?

«Dico che questo è forse la vera ragione iniziale di questo dibattito. Bisogna fare controlli rigorosi e punire chi viola le regole, stabilire limiti di rumorosità e far rispettare quelli di velocità. Però non possiamo impedire ai motociclisti di attraversare i passi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità