La sanità altoatesina?: "Conti a posto, ma scarsa qualità"

Il Rapporto Osservasalute boccia l’Alto Adige: «Il livello delle cure è basso o medio-basso». Fabi (Asl): «Si sono sbagliati»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Il Rapporto Osservasalute boccia l’Alto Adige: «Il bilancio della sanità avrà anche i conti a posto ma le cure sono di livello basso o medio basso». Pronta la replica del direttore generale dell’Asl unica, Andreas Fabi: «Trovo che la critica oltre che ingenerosa sia poco chiara. Vorrei che mi dicessero quali indicatori hanno usato e di che dati dispongono».

Dottor Fabi ma come mai capita sempre più spesso che il malato con un problema di salute importante preferisca farsi curare altrove? «Abbiamo una buona sanità di base ma non tutte le superspecialità anche perchè non siamo clinica universitaria. Per questo mandiamo molti pazienti a Verona, Padova o a Innsbruck. Penso che l’Alto Adige abbia ampi margini di miglioramento e la certificazione della Chirurgia oncologica, va anche in questa direzione».

Servizi sempre più efficienti, con i conti in ordine, ma troppo spesso poco efficaci in termini di qualità e risultati delle cure. A descrivere la contraddizione che sta vivendo la sanità pubblica italiana in generale e quella altoatesina in particolare è il decimo Rapporto Osservasalute 2012, nel quale per la prima volta che per la prima volta dà anche una pagella alle diverse performance del Servizio sanitario nazionale.

Se il disavanzo complessivo delle Regioni continua a calare (da 2,206 miliardi di euro del 2010 a 1,779 miliardi di euro del 2011) e quindi migliora l’efficienza nella gestione della sanità pubblica, nella fotografia scattata dal Rapporto emerge che non sempre questo aumento dell’efficienza (prestazioni fornite al minor costo) corrisponde a un aumento di efficacia dei servizi stessi, sia in termini di esiti di salute che di appropriatezza, accessibilità e soddisfazione.

Analizzati secondo queste quattro dimensioni, infatti, i servizi sanitari regionali in generale e quelli altoatesini in particolare risultano essere poco brillanti. Dal confronto tra i livelli di efficienza e di efficacia registrati emerge come la Provincia di Bolzano (insieme all’ Abruzzo), a fronte di bilanci di spesa positivi, registri livelli bassi e medio-bassi di efficacia nei livelli di cura. Il Rapporto sottolinea come una buona gestione della spesa non concordi con altrettanti buoni risultati in termini di salute. Il direttore Fabi spiega che l’Alto Adige - che nell’ultimo anno ha speso per la sanità 1 miliardo e 200 milioni di euro - fronteggia 7 ospedali una marea di distretti per un totale di 7 milioni di prestazioni ambulatoriali.

«Non credo che altrove si riescano ad offrire in regime pubblico un tale numero di prestazioni di qualità. Negli ultimi mesi abbiamo anche abbattuto le liste d’attesa, certo ci resta da trovare una soluzione per il Territorio e dobbiamo fare meglio per ridurre il numero dei ricoveri in ospedale ma ci stiamo lavorando. Ricordo che i nostri medici fanno più ore e per questo costano di più, ricordo che paghiamo anche le case di riposo, la Claudiana ed abbiamo investimenti pesanti per la realizzazione di nuove strutture sanitarie». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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