La Seab: un giorno per raccogliere i rifiuti degli studenti

BOLZANO. Non potevano essere in quattro a “ripulire” l’ondata di protesta studentesca che ha visto volare uova, bottiglie e pomodori all’arrivo del premier Matteo Renzi all’Istituto Rainerum di via...



BOLZANO. Non potevano essere in quattro a “ripulire” l’ondata di protesta studentesca che ha visto volare uova, bottiglie e pomodori all’arrivo del premier Matteo Renzi all’Istituto Rainerum di via Cappuccini. Le quattro in questione sono Alice, Angelica, Francesca e Giulia ovvero le ragazze che, con scopa e olio di gomito, si sono messe a ripulire la strada dopo il lancio. «Non aveva alcun senso lasciare la zona in quello stato. Non ha nulla a che fare con una protesta che, invece, doveva mettere in primo piano la progressiva e pericolosa privatizzazione dell’educazione. Non solo, bisognava anche parlare delle difficili condizioni delle strutture scolastiche italiane. Il nostro è stato un gesto di amore verso il contesto urbano, ma anche rispettoso dei motivi che ci hanno portato in piazza. Non si poteva lasciare quello schifo, anche se qualche altro studente ci ha pesantemente criticato». Sul web, tuttavia, il plauso è stato unanime e trasversale.

Come detto, però, non può bastare un poker di buona volontà a fronte di una protesta che non sarà come quella delle banlieue di Parigi, ma di certo ha avuto i suoi strascichi. La conferma arriva da Serge Bozzolan, operatore ecologico di Seab. «I ragazzi non hanno ripulito andandosene via, anzi, questo angolo di città si trovava in uno stato pietoso. Aiuole strappate, rifiuti per terra e bottiglie ovunque. Solo per quel tratto di via ci abbiamo messo un’ora e mezza a renderla transitabile. La libertà di manifestare è sacrosanta, ma non trovo giusto che non venga riconosciuto il lavoro in più che viene svolto per colpa di cittadini che non hanno nessun interesse a collaborare per cercare di mantenere le vie della città pulite». (a.c.)

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