La sfida della scuola: parlare ai genitori

Santuari: «Rapporto più stretto con le famiglie». Gullotta: «Alla primaria potenziati inglese, tedesco e tempo pieno»


di Alan Conti


LAIVES. La scuola è un concatenarsi di anelli che formano una sequenza funzionale. Il primo giorno è, se vogliamo, la partenza con tutta la sua importanza e anche all’istituto pluricomprensivo di Laives, che ha fatto delle connessioni un preciso orizzonte didattico, si è avvertito un tocco di emozione. Sarà un anno di sfide formative, ma pure di sentimento dato che sempre più genitori cercano empatia con i docenti. Non si vive, insomma, di solo tedesco o al massimo inglese. «Sembrerà banale – spiega il dirigente Marino Santuari – ma anche per noi sarà l’anno del rafforzamento linguistico, pur cercando qualche orizzonte in più e diverso». Per esempio? «Penso anzitutto all’inglese, sul quale abbiamo costruito precisi orientamenti didattici. Il tedesco è certamente importante, ma non è l’unico approdo che una scuola si deve porre». In ogni caso si sono moltiplicati gli strumenti per arrivare alla meta di un bilinguismo scolastico più concreto e meno di facciata.

«Vero, anche noi seguiamo diverse strade. Abbiamo, per esempio, una collaborazione fattiva e continuativa con gli istituti della Val d’Ega che hanno il nostro stesso problema, ma inverso: la mancanza totale di contesto d’uso. Permettendo ai ragazzi di frequentarsi cerchiamo di porre le basi per superare questo ostacolo nel modo più pratico possibile: mettendo in contatto i ragazzi».

A differenza di moltissimi altri istituti comprensivi a Laives il tandem non è scuola primaria-media, ma asilo-elementari: originale. «Sì, è particolare. Questo ci permette di fare grande affidamento sull’insegnamento linguistico precoce partendo già dall’infanzia. Creiamo un percorso lineare fin dai primissimi anni». Oltre a questo, però, da Laives si guarda con interesse alla Germania.

«Abbiamo avuto diversi incontri con i colleghi di vario grado in arrivo da un paese vicino ad Augsburg. E’ stato un incontro molto proficuo per capire quali possano essere i nostri punti di forza e le nostre lacune. L’inclusione, per esempio, è certamente un aspetto che funziona molto bene e su cui, proprio per questo, dobbiamo lavorare tanto per migliorare ancora di più».

La prima campanella, però, è innegabilmente un intreccio di emozioni: basta una carrellata di occhiate, tra genitori, docenti e bambini, per rendersene immediatamente conto. Nella spasmodica ricerca di elucubrazioni formative la nostra scuola rischia di perdere di vista la sua parte più emotiva che non è né meno educativa né meno importante. La conferma arriva dai primi pensieri delle famiglie. «Quando arrivano per l’iscrizione – conferma Santuari – hanno certamente a cuore gli obiettivi didattici, ma sono assolutamente più preoccupati di poter contare su insegnanti affidabili cui mettere nelle mani la figlia o il figlio. Hanno bisogno di dare fiducia e noi dobbiamo essere pronti a soddisfare questa esigenza».

Bilinguismo e Montessori, invece, sono gli anelli intrecciati dell’istituto comprensivo Laives 1 che con la sperimentazione Clil abbinata al noto orientamento pedagogico ha attirato l’attenzione dei grandi enti di ricerca altoatesini: dall’Eurac all’Università passando per l’Intendenza Scolastica. «Alla primaria – spiega il dirigente Vincenzo Gullotta – ho potenziato entrambe le prime, tempo pieno e modulo, mentre alle medie istituiamo sempre sezioni che possano rappresentare una prosecuzione di questo cammino. I genitori sono sempre più alla ricerca di bilinguismo».

I bambini dei corsi precedenti, intanto, si sono tutti portati a casa la certificazione Fit in Deutsch A2: la speranza, insomma, è ben riposta.

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