La sfida di Randi: vedremo chi avrà più voti

L’assessore: nel Pd qualcuno vuole escludermi dalla giunta, siamo il partito dei nomi e delle correnti


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Voglio essere di nuovo qui a fare l'assessore dopo il 10 maggio. Magari proprio nel mio ufficio alle politiche sociali, a finire il lavoro di questi cinque anni. Come la casa delle donne. O il distretto sanitario a Oltrisarco». E chi lo impedisce a Mauro Randi, forse il Pd, i suoi? «Sarebbe grave se nel partito qualcuno pensasse a questo... Voglio dire: a cambiare un nome con un altro e basta. Senza pensare ai programmi, a quello che uno ha in mente...».Giorni agitati questi, per Randi, che ieri ha presentato il bilancio di fine mandato. Ma un po' per tutti gli assessori. Perché nella assemblea degli iscritti del Pd un ragazzo si è alzato e ha detto: «Propongo Sergio Bonagura come capolista». E così ha votato l'assemblea. Non più ordine alfabetico. E Randi che, con Bizzo, si era visto dire no alle primarie e poi alle primarie di coalizione, si è sentito di nuovo preso in mezzo: «Sembra quasi che i risultati non contino. Intendo, quello che uno fa o immagina. E invece la politica dovrebbe essere dalla parte del cittadino, non solo esercizio del potere».

Dicono: Bonagura è il rinnovamento...

«Mah, rinnovamento è anche proporre una donna. Magari come Miriam Canestrini. Rinnovamento è non dire sì a tutte le deroghe. Tipo: terzo mandato per il sindaco, niente primarie interne come avviene invece nel resto d'Italia. Io dico che sono le deroghe l'esempio della vecchia politica. L'amico Bonagura sono anni che sta nel partito»

Dai tempi dei Ds?

«Appunto. E pensare che se si mantenesse l'ordine alfabetico nella lista lui sarebbe comunque davanti. Ha il cognome che inizia con la B..».

Teme di essere giubilato?

«Qualcuno ci prova. Ma per fortuna, capolista o no, gli elettori dovranno scrivere nome e cognome nella lista, non il numero».

Vi hanno accusato, voi della minoranza...

«La interrompo. Attenti a parlare di minoranza. Nelle ultime votazioni la segretaria ha preso poco più del 51% contro il 49%. Una minoranza bella forte».

E comunque vi hanno accusato di essere quelli dei ricorsi. A Roma, da Renzi.

«Ma se alla fine uno il ricorso lo vince vuol dire che aveva ragione. E gli altri avevano torto. O no ? Dunque, siamo quelli della giustizia».

Il Pd rischia di emergere come il luogo delle piccole baruffe interne.

«Perché non si ragiona di politica. E solo di nomi e correnti. Prima si pensa al profilo del possibile candidato e poi si riempie la casella dei programmi. Dovrebbe accadere il contrario. Guardiamo alla Svp. Kompatscher e Achammer sono emersi dalle primarie. Prima le cose, poi il profilo. E' naturale. E invece noi soffriamo di una fisiologica debolezza della nostra segreteria».

Parla di Liliana Di Fede?

«Parlo di quello che tutti vedono».

Perché dovrebbe essere confermato alle politiche sociali?

«Perché io e i miei collaboratori abbiamo fatto un buon lavoro. Ci siamo avvicinati ai problemi. Non come prima che si aspettava che i problemi bussassero alla porta».

-Pensa al piano sociale, all'osservatorio per la qualità della vita, alle consulte?

«E certo. Noi ascoltiamo i bisogni. Ma chiediamo anche corresponsabilità. Questa è la chiave. I ragazzi dello skate. Dove erano prima non andava. Troppe proteste. E degrado. Quando ho deciso di dire basta sono stato invaso da mail durissime. Poi ho detto: venitemi a trovare. Si è formato un gruppo di giovani. Loro hanno capito, noi anche. E adesso si fanno a Bolzano i campionati di skate».

E gli anziani, le donne?

«Tanti progetti innovativi. E sempre nella filosofia di andare dove serve. Assistere gli anziani a casa, ad esempio. E le donne sempre, non solo dopo le violenze. Altro esempio: i problemi nelle case popolari. Noi andiamo nei condomini Ipes e facciamo prevenzione. Non mandiamo i vigili. Progetti condivisi. Partecipazione al lavoro delle associazioni, mense anziani, servizi taxi, Tagesmutter, minori, adulti e anziani a carico, family card, pannolini gratis, prevenzione nei confronti dei vandalismi, il progetto Amico del bar per Piazza Erbe e poi la barriera al gioco d'azzardo».

Prenda fiato...

«Abbiamo fatto tantissimo. Aggiungo le farmacie comunali e poi le medicine gratis. Insomma: ecco la politica che va verso i cittadini. E non aspetta il contrario».

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