La sfida di Salvini: centrodestra unito 

La strategia: «Alleanza per andare al governo, a Roma e a Bolzano. La Svp decida, i veri autonomisti siamo noi»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Matteo Salvini ha aperto ieri a Bolzano la campagna elettorale per le elezioni politiche. «Si voterà tra cento giorni. Non so se riuscirò a tornare», dice. Trecento persone lo hanno applaudito nella sala di via del Ronco. Prima un lungo giro al Mercatino di Natale, con decine di selfie insieme a turisti-simpatizzanti, e un giro in stazione alla ricerca di richiedenti asilo, che secondo il leader della Lega sono tutti finti, «perché nessuno scappa più dalle guerre» (vedi articolo sotto). Si concede a tutti, scherza, il format è questo. «Vorrei vedere se Renzi venisse al mercatino, che fine farebbero le palle degli alberi di Natale, ma io parlo di cose vere, di chi non ha i soldi per andare dal dentista, altro che le banche e la grande finanza». «Salvini premier», è lo slogan del tour in tutta Italia, con il nuovo blu che sostituisce il verde. La sua sfida va alla «sinistra di Renzi, amica della globalizzazione» e anche a Berlusconi: «Chi farà il premier lo decideranno gli italiani con il loro voto». Come capo della Lega detta la linea sulle alleanze in Trentino Alto Adige, sia per le politiche che per le provinciali, ed è una novità, quella che lancia: «Penso a un centrodestra unito e nuovo. Naturalmente servono patti chiari tra tutti, anche con Forza Italia e Fratelli d’Italia. No alla destra dei vecchi fantasmi». Ma di solito la Lega gioca in solitaria, da queste parti. «Voglio vedere il primo governo di centrodestra autonomista a Bolzano e Trento», risponde Salvini. Perplesso il commissario Massimo Bessone: «Aspettiamo». Ancora Salvini: «Dobbiamo essere uniti nel segno delle autonomie e del federalismo. E la Svp decida se allearsi con i veri autonomisti o con la sinistra centralista». Il Pd è alleato di ferro della Svp. «È lo stesso Pd che si era inventato quella bella riforma centralista». Ribadisce il sostegno ai governatori Zaia e Maroni impegnati nelle trattative con lo Stato per ottenere più autonomia: «23 competenze e il denaro adeguato. Se non faremo in tempo con Gentiloni, lo faremo noi appena arriveremo al governo». Lo accompagna Bessone, arrivano da Trento il senatore Sergio Divina e Maurizio Fugatti, ci sono molti consiglieri (ma a Bolzano c’è tensione e Carlo Vettori manca, «impegnato in commissione»). L’assessore di Laives Giuliano Vettorato, accanto al sindaco Christian Bianchi, rivela: «Prima delle elezioni comunali avevo incontrato Salvini, che mi ha detto “se vincete, schiena dritta”». L’autonomia a Bolzano? «Potrebbe essere amministrata meglio». Il doppio passaporto per i sudtirolesi? «Meglio il doppio passaporto che lo ius soli». La platea è calda. «Dovete essere i miei apostoli. Vinceremo, ma dipende da voi». I temi sono la burocrazia, il lavoro («si lavora per vivere, non si vive per lavorare, via la legge Fornero), la sicurezza, le tradizioni («Buon Natale»), l’Italia prima dell’Europa. Il discorso torna sempre agli immigrati, «c’è un nuovo schiavismo organizzato, nulla di casuale negli sbarchi». Ieri non si parlava d’altro che del violento fotomontaggio sul web che lo ritraeva come prigioniero delle Br: «Quelli sono i violenti, altro che i carabinieri che appendono le bandiere asburgiche».

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