LA STRAGE DI MANTOVAIl padre dell'altoatesino ucciso"No ho mai litigato con l'assassino"

Luis Platter ha capito di essere scampato alla strage di Volta Mantovana per una pura coincidenza. Domenica mattina era venuto infatti ad Ora, assieme alla moglie Silvana, per la tradizionale “Fiera di San Marco“



ORA. «Non ho mai avuto nulla da ridire con Omar Bianchera, il camionista che ha ucciso mio figlio Walter. Molte delle cose che sono state scritte su questa vicenda non rispondono al vero». Luigi (a Ora lo chiamano tutti “Luis“) Platter, il giorno dopo la strage di Volta Mantovana, è distrutto dal dolore e ha davvero poca voglia di parlare. Gli stessi inquirenti lo indicano come il terzo obiettivo di Bianchera, in quanto aveva preso in affitto il vecchio autosalone adibendolo a birreria senza, secondo il racconto di Omar, saldargli tutte le spettanze pattuite. «Sono solo bugie, perchè con quel signore non ho mai litigato». L’ex presidente dell’Hockey Club Ora, che in Bassa Atesina ha ancora un ufficio (di professione fa il conciatetti in tutto il Nord Italia) e torna un paio di volte alla settimana, non si è mai sentito un bersaglio. «Non c’era nulla che potesse far prevedere ciò che è accaduto. Ma adesso lasciatemi in pace. Parlerò tra qualche giorno».
 Luis Platter ha capito ieri di essere scampato alla strage di Volta Mantovana per una pura coincidenza. Domenica mattina era venuto infatti ad Ora, assieme alla moglie Silvana, per la tradizionale “Fiera di San Marco“. «Tra le 10 e le 11 erano seduti - raccontano Paolo Bonazzo e Maurizio Olivotto - allo stand dell’Hockey Club, quando sono stati raggiunti da una telefonata e si sono precipitati a Mantova. Qualcuno ha riferito loro della sparatoria, ma a quell’ora non si sapeva ancora bene cosa fosse successo. Poi hanno appreso, purtroppo, della morte di Walter».
 Luis Platter è molto noto in paese soprattutto per il periodo trascorso alla presidenza della sezione hockey e della sezione calcio del locale Sport Club. «È una persona - racconta Olivotto, altro ex presidente della squadra di hockey e titolare del Bar Maurice - che a prima vista può apparire forse un po’ scontrosa, ma in realtà è gioviale ed estroverso. Nella sua passione per l’hockey ha coinvolto anche il figlio Walter, quando era adolescente. Luis ha mantenuto la sede della sua attività ad Ora, ma ha sempre viaggiato molto proprio per le sue indubbie capacità professionali. So che ha restaurato anche i tetti delle pensiline della stazione di Milano. È passato a trovarmi al bar e ha bevuto un caffè un paio di settimane fa». Anche il vicesindaco Claudio Mutinelli conosce piuttosto bene Luis Platter e anche la birreria che la sua famiglia ha aperto nel Mantovano. «Siamo nati entrambi nel 1954 e Luis mi ha sempre chiamato “bocia“ perchè ha sei giorni più di me. Una volta, in occasione della festa dei coscritti di Ora, siamo stati proprio dai Platter. Ogni tanto Luis porta un po’ di vino ai paesani e, da quanto ho capito, il vignaiolo in famiglia è sempre stato il figlio Walter».
 Paolo Bonazzo, ex giocatore di hockey e vigile urbano del paese, è ancora incredulo. «Le prime partite di hockey, a 7/8 anni, le ho viste grazie a mio padre e a Luis. Quando ho appreso la notizia sono rimasto senza parole. Ho scoperto i dettagli del triplice omicidio su internet. Spero davvero che venga fatta luce sul movente, ma non c’è alcuna ragione al mondo che giustifichi ciò che ha fatto Bianchera. Per come ha agito, probabilmente, si tratta di uno psicopatico».













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