BRENNERO

La Svp: con le reti al Brennero salta anche l’Europa

Dorfmann: «Chi non rispetta Schengen deve mettere in conto limitazioni per merci e persone davvero di altri tempi»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Le reti metalliche al Brennero non sono la soluzione giusta al problema dei migranti»: Herbert Dorfmann, europarlamentare Svp, non va per il sottile e bacchetta gli Stati Europei, Austria compresa. «Se va avanti così andrà a farsi benedire la zona Schengen con conseguenze economiche e per le persone di altri tempi». Per gli altoatesini di madrelingua tedesca (ma non solo) questo è un momento complicato anche dal punto di vista diplomatico e dei rapporti con il vicino Tirolo. «Una volta che un migrante o un rifugiato entra nella zona Schengen e arriva al Brennero è quasi impossibile rimandarlo indietro. L'idea delle reti metalliche e il nazionalismo crescente dei singoli Paesi sono davvero preoccupanti». A far capire che l'Austria ha preso una strada sbagliata - anche se in modo più sfumato - è anche l'Obmann della Stella Alpina Philipp Achammer: «Un rafforzamento dei controlli al Brennero è comunque una sconfitta, un passo indietro. L'accordo di Schengen, con l'allontanamento della sbarra al Brennero, rappresenta una pietra miliare dal punto di vista politico e questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Uno Stato da solo (la stilettata è rivolta anche all'Austria ndr) non può trovare la risposta».

Ma mentre Achammer si accontenta delle smentite della polizia tirolese, Dorfmann guarda al futuro con maggiore preoccupazione e sincerità. «L'Austria? Evocando Spielfeld mi auguro voglia fare solamente pressione su alcuni Stati che non stanno facendo il loro dovere sul tema profughi. La Grecia ha fatto entrare un milione di migranti, 700 mila dei quali senza titolo. La Spagna, al contrario, ha saputo controllare bene i confini esterni, prova ne sia che la gran parte dei migranti provenienti dal Marocco passa per la Turchia».

Dorfmann lavora a Strasburgo, in Francia, ma dorme in Germania, ad una manciata di chilometri di distanza. E proprio la scorsa settimana ha dovuto fare i conti con controlli rigorosi. «Gli Stati devono capire, però, che se l'accesso principale tra due Paesi è presidiato allora i migranti per andare a Nord sceglieranno i varchi meno controllati. Quindici, venti anni fa avevamo sistemi di controllo sofisticati ai confini, oggi non potremo comunque ripristinarli, almeno in quella forma. Anche per questo le reti al Brennero non serviranno a nulla. Mi auguro che l'Austria ci ripensi». Dorfmann lancia poi un monito. «Bisogna raddrizzare la situazione prima che sia davvero troppo tardi. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno epocale. Non è possibile decidere una strategia unitaria a Bruxelles e poi cambiare idea in aereo, mentre si ritorna in patria. I primi ministri dei singoli Paesi dovrebbero imparare a rispettare la parola data. Frontex va rafforzato e l'Europa deve tornare a muoversi in modo compatto».

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