Laives: mura romaniche sotto la chiesa

L'archeologo: «Trovati anche una medaglietta e frammenti d'ossa»


Bruno Canali


LAIVES. I lavori di risanamento della chiesa parrocchiale stanno portando alla luce la storia più remota dell'edificio di culto, un affascinante viaggio a ritroso verso le sue origini, che si perdono nei primi secoli dopo l'anno 1.000. «Sono emerse mura di epoca romanica», spiega l'archeologo Alberti.  «Parliamo quindi del 1.200 circa e si tratta sicuramente delle prime mura in assoluto della chiesetta di allora. La certezza che siano di epoca romanica viene dal tipo di fattura, con pietre a "spina di pesce". Abbiamo anche potuto verificare, che la chiesa in origine era metà di quella attuale e che qualche secolo dopo, verso il 1.300, è stato fatto un primo ampliamento. Lo si capisce dallo stile gotico della muratura».  Dunque, la chiesa parrocchiale di Laives, così come possiamo vederla oggi, è il risultato di almeno tre interventi di epoche diverse. La prima cappella in epoca romanica; un ampliamento verso monte qualche secolo dopo, quando imperava lo stile gotico, e infine la navata attuale, realizzata verso metà 1.800. Secondo gli storici, la prima notizia della chiesa risalirebbe al 1386, quando un vescovo elargì un'indulgenza di 40 giorni a tutti coloro che fecero visita alla chiesa dedicata ai santi Sigismondo, Nicolò e Antonio. La chiesa era una sorta di sede distaccata della pieve di Santa Maria a Bolzano, edificata dal nobile Heinrich von Lichtenstein.  Alberto Alberti segue da vicino questi lavori, perché è convinto che potrebbero riservare ulteriori sorprese. «Finora abbiamo trovato reperti di particolare interesse: una medaglietta quasi del tutto indecifrabile e frammenti di ossa chefacevano parte del cimitero di un tempo, quello che quasi tutte le chiese avevano accanto. Solo in epoca successiva il cimitero è stato allontanato dalla chiesa». Si lavora anche all'interno della vecchia navata, dove i restauratori stanno pulendo tutti i muri da sporco e vecchie vernici. Sono anche state smontate le vetrate artistiche per restaurarle e altri lavori riguarderanno il pavimento. L'archeologo non nasconde la speranza di trovare testimonianze più significative proprio sotto il pavimento della chiesa, all'altezza dell'abside, soprattutto se si abbasserà il livello dello scavo. Qualche anno fa ad esempio, lavorando accanto al campanile era stata individuata una tomba ai piedi di un affresco deteriorato. Era vuota, ma si confida ancora di trovare prima o poi traccia di qualche sepoltura dei signori di Lichtenstein, famiglia di nobili che possedeva il castello sul Peterköfele, poi distrutto da Mainardo II conte di Tirolo. «I Lichtenstein sono stati presenti per parecchio tempo e non è da escludere quindi che quando qualcuno di loro è morto, possa essere stato sepolto in zona». Intanto si continua a lavorare, sia dentro che fuori la chiesa e proprio per sistemare il problema delle infiltrazioni di umidità che avevano deteriorato gravemente i muri, è stato installato un nuovo sistema (basato su reazioni elettrolitiche) che dovrebbe tenere lontana l'acqua. Sul versante dei finanziamenti invece il Comune ha garantito un contributo pluriennale per alcune centinaia di migliaia di euro e una prima tranche dovrebbe figurare nel bilancio 2011. Da un punto di vista economico quindi, garantisce Josef Fauster, presidente del comitato parrocchiale, non dovrebbero più esserci grandi problemi: manca ancora qualcosa da restituire, ma con il contributo comunale nel giro di qualche anno anche l'ultimo intervento sarà pagato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità