Latino inaspettato Matematica dura

Stupore al Carducci per la versione di Quintiliano In crisi gli studenti del Torricelli con i quesiti dello scritto


di Martina Capovin


BOLZANO. Archiviato il tema di italiano, ieri era il turno della seconda prova: nei licei bolzanini tutti erano “pronti” per la prova di matematica e quella di latino. Insomma due scritti che possono essere tranquillamente classificati come “tosti”.

Al classico Carducci stupore per la versione di Quintiliano che nessuno aveva messo in programma. «Alla vista dell’autore non ho reagito benissimo», racconta Eduard Visintini della 3A del classico tradizionale. E aggiunge: «Mi aspettavo Tacito perché da tanti anni non era tra le prove d’esame. Diciamo che non ho fatto una versione perfetta, ma credo sia andata bene». Come lui anche il compagno di scuola Samuel Volani non è rimasto particolarmente soddisfatto dall’autore: «Speravo in altro sinceramente. Per fortuna tra tutte le versioni possibili di Quintiliano, questa era perlomeno accessibile, quindi non è stato poi tanto male. Alcuni passaggi potevano mettere in seria difficoltà, ma bastava ragionarci un po’». Tra i classici c’è chi invece non si è minimamente preoccupato dell’autore, ma che ha pensato più che altro a portare a casa la pelle senza troppi arrovellamenti di cervello, come Michele Zampa: «Non ha senso stare a sperare che esca un autore o un altro: non abbiamo il controllo sulla scelta, quindi meglio non farsi troppi problemi. Per quanto mi riguarda però credo di aver fatto bene: la traduzione filava e i punti critici li ho superati bene».

«La versione l’ho capita, tutto è andato abbastanza bene. Quintiliano o no insomma, me la sono cavata», dice invece Luca Pellegrini, già quasi proiettato verso la terza prova che si terrà lunedì prossimo. Aria un po’ meno allegra allo scientifico Torricelli dove la prova di matematica ha messo in crisi, e non poco, i maturandi.

«La cosa che mi ha lasciato perplesso - racconta Brian Busolini - è che alcuni quisiti erano semplici, quasi banali oserei dire. I problemi invece, quelli erano complessi, uno addirittura proibitivo». E mentre Brian racconta la sua esperienza accanto a lui un amico festeggia: «Ho scoperto di aver fatto giusto un esercizio», racconta infatti Alessandro Gambato. «Vista la difficoltà degli esercizi non pensavo che sarei riuscito a fare bene. I quesiti invece sono andati meglio». E se c’è chi la prende sul filosofico pensando «eh vabbè, poteva andare peggio», c’è chi varca la porta d’uscita della propria classe con la faccia di quello che proprio non ce l’ha fatta.

A parte la stanchezza infatti Nicolò Laitempeger ammette di essere rimasto spiazzato dalla difficoltà degli esercizi: «Sapevo che sarebbe stato difficile - racconta -. Ma i problemi erano impossibili. Per fortuna i quesiti hanno risollevato le mie sorti. Diciamo che metà compito è andata bene, l’altra non si sa». Stanco, ma sicuramente soddisfatto, è invece Luigi Bellino che tra tutti è forse quello più ottimista e positivo di tutti: «Non credo sia andata male. Gli esercizi gli ho finiti tutti. Però è stata tosta, ma non dico altro, altrimenti mi porto sfortuna». Anche tra i professori i commenti sono gli stessi. Come molti sostengono infatti, è sicuramente andata meglio di altri anni in cui il compito risultava impossibile, ma non è nemmeno stato facile.

La disparità tra la facilità di alcuni esercizi e la difficoltà di altri ha messo molti in crisi. Però è andata anche questa. Ora ai giovani maturandi non resta che superare un fine settimana di studio forzato con temperature proibitive e poi presentarsi lunedì, più carichi che mai, per la prova di tedesco. In bocca al lupo...

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