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Lavoro "accessorio", l'Alto Adige è il re italiano dei voucher

Nel 2015 la provincia di Bolzano è la sesta tra le più “voucherizzate” con 3,2 milioni di tagliandi emessi.  Ma in termini relativi, cioè rispetto al bacino potenziale di residenti in età da lavoro tra i 15 e i 64 anni, vince Bolzano ove si utilizzano 900 voucher ogni cento abitanti in età lavorativa, seguono poi le provincie di Udine e di Rimini



BOLZANO. Nel 2015 venduti in Italia 114,9 milioni di voucher - nel 2008 erano stati 535.000. In Provincia Autonoma di Bolzano ben 3,2 milioni.

Lo studio UIL analizza l’evoluzione quantitativa dei voucher dal 2008 (535 mila voucher venduti), al 2015 (114,9 milioni), dimostrando come la costante crescita sia strettamente legata alle modifiche normative che hanno dilatato, anno dopo anno, il campo di applicazione di questo istituto (l’ultimo in ordine di tempo il Decreto Legislativo 81/15 Jobs Act).

Lo Studio UIL stima che, nel corso del 2015, i lavoratori pagati con almeno 1 voucher sono stati 1.695.374. Il dato comprende tutte le variegate situazioni, su un numero complessivo di occupati di oltre 22 milioni di lavoratori, circa 8 su 100 sono stati retribuiti con almeno 1 voucher; questa quota aumenta se rapportata agli oltre 17 milioni di occupati dipendenti (10 su 100) e, addirittura, aumenta esponenzialmente sulla platea di oltre 2,2 milioni di lavoratori temporanei o/e stagionali subordinati (77 su 100).

Nel 2015, la Provincia Autonoma di Bolzano è la sesta tra le Provincie più “voucherizzate” con 3,2 milioni di voucher.  Ma in termini relativi, cioè rispetto al bacino potenziale di residenti in età da lavoro tra i 15 e i 64 anni, vince Bolzano ove si utilizzano 900 voucher ogni cento abitanti in età lavorativa, seguono poi le provincie di Udine e di Rimini.

Scrive la Uil: "E’ chiaro che se il trend di crescita del lavoro accessorio continuerà con queste percentuali di aumento, la politica in primis, dovrebbe porsi il problema di come rimediare ai futuri danni socio-occupazionali e di scarsa crescita che produrrà il massiccio ed incontrollato utilizzo del voucher".   

Il Governo ha ora una buona occasione: la revisione dei decreti attuativi del Jobs Act, che deve fare entro un anno dall’entrata in vigore della Legge.

Ebbene, "si potrebbe intervenire su più aspetti: tracciabilità “vera” dei buoni-lavoro, comunicazione precisa d’inizio e fine del lavoro, riduzione del tetto massimo di utilizzo da parte delle imprese, esclusione di alcuni settori che già oggi hanno strumenti ultra flessibili in tema di rapporti di lavoro".













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