Lavoro: richiesta di tecnici e infermieri

Il mercato in Alto Adige offre ai giovani occupazione nei servizi e nell'Hi-tech


Mirco Marchiodi


BOLZANO. Meno giovani che lavorano non significa automaticamente meno posti di lavoro per i giovani. Lo assicurano imprese, cooperative e sindacati: «Chi ha voglia di fare, uno sbocco lavorativo lo trova», afferma il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan. Anche se, aggiunge, «all'economia spetta il compito di mostrare ai nostri giovani dove ci sono più possibilità».
I TECNICI. L'industria altoatesina da tempo soffre di una carenza cronica di ingegneri: «Le nostre imprese - conferma Pan - fanno tantissima fatica a trovare giovani preparati nelle materie scientifiche e tecnologiche». Garantiscono anche i vertici dell'università: «Chi si laurea in ingegneria da noi trova subito un'occupazione», sostiene da tempo il vicepresidente della Lub e general manager dell'Iveco Pietro Borgo. Aggiunge Giancarlo Succi, preside della facoltà di informatica: «Entro un anno dalla laurea i nostri studenti lavorano tutti. Stipendio netto di 1.513 euro al mese e nel 75% dei casi col posto a tempo indeterminato».
ATTIVITÀ MANUALI. Marco Carlini, vicepresidente dell'Useb, dà un consiglio semplice: «Ai giovani dico di fare quello per cui si sentono più portati. Se hai talento per fare una cosa e la fai volentieri, allora la fai anche bene. Non temete i contratti a tempo determinato, perché se dimostrate di essere capaci, non c'è imprenditore che quel contratto non lo rinnoverà. E non abbiate paura di scegliere un'attività manuale: se siete bravi in questo tipo di lavoro, puntate sull'artigianato».
ARTIGIANATO. Le parole di Carlini vengono confermate dal presidente dell'Apa Gert Lanz: «L'artigianato offre un sacco di impieghi interessanti, l'importante è avere una buona formazione alle spalle. E se si è specializzati, tanto meglio». Anche Claudio Corrarati, presidente della Cna, sottolinea l'importanza della specializzazione ed elenca una serie di esempi concreti: «Anche in un settore che adesso sta soffrendo come quello dell'edilizia, si possono trovare ancora posti di lavoro, ad esempio nell'impiantistica ma anche per gli operai specializzati come i saldatori oppure nell'artigianato artistico come la lavorazione del vetro».
I SERVIZI. Corrarati ricorda poi come un settore in forte espansione è quello dei servizi alla persona: «In particolare - dice - estetiste e barbieri». E restando tra i servizi, c'è tutto il terzo settore. «Il sociale - afferma il presidente di Confcoop Andrea Grata - è in costante sviluppo. Dalla Provincia all'Asl fino all'Assb, c'è una fortissima richiesta di personale in questo settore». Conferma Michele Buonerba, segretario provinciale della Cisl: «Il terzo settore è una delle aree che continueranno a dare occupazione a tutti i livelli, dall'assistenza all'infanzia fino a quella geriatrica passando per tutte le figure professionali collegate, a partire da infermieri e badanti».
IL NUOVO E IL VECCHIO. Ci sono lavori nuovi che stanno prendendo sempre più piede («ad esempio il web-designer, che fino a poco tempo fa non esisteva neppure», l'esempio scelto da Carlini) e mestieri tradizionali che invece stanno sparendo: «Purtroppo - dice Corrarati - i lavori manuali hanno perso a livello di immagine, ma sarti, meccanici o calzolai troverebbero lavoro facilmente». Concorda Pan: «Dobbiamo nobilitare tutte le professioni, le attività manuali non sono certo inferiori a quelle intellettuali».
I CONSIGLI. Il plurilinguismo resta un punto di forza per qualsiasi giovane in cerca di lavoro, «così come l'esperienza lavorativa, perché - spiega Carlini - è quella che l'imprenditore cerca». Grata suggerisce di «pensare ad un lavoro stabile, ma non statico» e ricorda come «anche se le imprese chiedono lauree tecniche, gli indirizzi umanistici danno buone opportunità in altri campi». Infine un avvertimento, sempre firmato da Carlini: «Nell'amministrazione pubblica i posti saranno sempre di meno».

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