Le cliniche private altoatesine"Theiner vuole farci chiudere"

La Riforma della sanità avanza. Le prime a tremare sono due cliniche - la Santa Maria e Villa Sant’Anna di Merano - che vanno a perdere l’assistenza indiretta (oggi il paziente paga e la Provincia rimborsa, domani non sarà più così). "L’assessore Theiner è il becchino della sanità privata. Il progetto che hanno in testa i suoi è chiarissimo" dice il ginecologo Peter Lechner


Valeria Frangipane


BOLZANO. La Riforma della sanità avanza. Le prime a tremare sono due cliniche - la Santa Maria e Villa Sant’Anna di Merano - che vanno a perdere l’assistenza indiretta (oggi il paziente paga e la Provincia rimborsa, domani non sarà più così).
Peter Lechner - ginecologo alla Santa Maria, consigliere comunale del gruppo misto a Merano ed ex referente dei Freiheitlichen per la sanità - non le manda a dire: «L’assessore Theiner è il becchino della sanità privata. Il progetto che hanno in testa i suoi è chiarissimo. Prima colpiranno la Santa Maria, le toglieranno l’assistenza indiretta (i rimborsi) e faranno chiudere di fatto l’Ostetricia lasciando libere di partorire solo le signore abbienti. Una volta colpiti i privati, usati come capro espiatorio, nell’arco di due anni chiuderanno il reparto di Ostetricia dell’ospedale di Vipiteno (primario Albin Thöni) e l’Ostetricia di San Candido (primario Hartmann Eichner). Lo faranno quando i primari se ne andranno in pensione».
Dottor Lechner quale sarà il futuro di Chirurgia, Ortopedia e Urologia? «Toccherà la stessa sorte anche a loro». La S. Maria cosa diventerà? «Una sorta di dependance del pubblico per ricoverare i pazienti post-acuti». Veramente Dieter Steger (Obmann dell’Svp di Bolzano) è sceso in campo per difendervi... «L’Svp è spaccata in due. Stanno litigando furiosamente. L’ala economica ci vuole salvare. Il sociale di Theiner ci dà addosso».
Gerhard Gruber, amministratore delegato della clinica, tiene un profilo basso: «Posso solo dire che abbiamo formato un gruppo di lavoro con i medici ed il direttore sanitario dell’Asl unica Oswald Mayr per ridisegnare il nostro sistema interno. Una soluzione si troverà».
Stefano Crespi, direttore di Villa Sant’Anna, è molto preoccupato. «Ci risiamo. Veniamo tirati nuovamente in ballo sull’Alto Adige dal direttore di dipartimento Florian Zerzer, nell’ambito dei “rapporti da rivedere”. E’ da più di un anno che chiediamo chiarezza all’Asl ed alla Provincia per il nostro budget ed il rinnovo della convenzione e abbiamo capito che la risposta è già scritta ma ci verrà comunicata a tempo debito: vogliono farci fuori». Perchè dice questo? «Perchè vedo che a livello provinciale il rapporto tra pubblico e privato, la libera scelta del paziente e l’imprenditorialità nel campo sanitario non sono percepite come un valore ma come una minaccia. Abbiamo effettuato investimenti importanti negli ultimi due anni e altri ancora ne abbiamo in serbo per l’anno in corso, il tutto senza aver ricevuto contributi pubblici e con la finalità di elevare ulteriormente i nostri standard di qualità ed io auspico rapporti più chiari e trasparenti con i funzionari della politica e dell’Asl. Vedete - continua Crespi - la Riforma clinica parla spesso di Territorio ma i dati presentati in relazione al tasso di occupazione e alla produttività del nostro reparto di Medicina convenzionata sono stati utilizzati solo per innescare verifiche incrociate sull’appropriatezza dei ricoveri stessi, controlli che da noi vengono già effettuati scrupolosamente ogni mese: nessuno ci ha invece ancora spiegato come e dove verranno assistiti gli oltre 1.250 pazienti (45% residenti del Comune di Merano) che trovano oggi nella nostra struttura cure adeguate in un ambiente sereno e famigliare». E c’è dell’altro. «La totalità del budget assegnatoci dall’Asl per la Medicina è poco superiore a 3 milioni di euro l’anno a fronte di un servizio sempre puntuale e continuo (20% dei ricoveri provengono dal Pronto soccorso) quando poi l’Asl acquista altrove servizi per circa 400 milioni l’anno. Se vogliamo parlare del rimborso indiretto va detto che ciò vale, nel nostro caso, solo per l’attività di Chirurgia. Tutti abbiamo visto cosa ne pensa il Gruppo clinico, formato da dirigenti ed esperti del servizio pubblico. Bisognerebbe capire cosa ne pensano i cittadini che fruiscono di un servizio perfetto».

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