BOLZANO

Le commesse di Bolzano si ribellano: a Pasquetta stiamo a casa

Baldessari (Uil): «Decine di lavoratrici non accettano il ricatto delle aziende». Anche la Cgil ha garantito assistenza legale: «Le sentenze tutelano i dipendenti»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Le commesse e le cassiere questa volta non ci stanno. Ieri hanno deciso di fare fronte unico per ottenere il pieno appoggio dei sindacati in caso di vertenze legali – più che probabili – con le aziende che le hanno precettate per coprire i turni nel weekend pasquale. «A Pasquetta - hanno ribadito ieri mattina alla Cgil e alla Uil di Bolzano - resteremo a casa, con le nostre famiglie. Anche perché abbiamo comunicato per tempo ai nostri datori di lavoro che non volevamo lavorare, come prevede una recente sentenza in materia».

Mauro Baldessari, segretario provinciale della Uil per il settore commercio, si dice pronto ad arrivare fino in fondo. «Non ci risulta che la sentenza pronunciata di recente a Rovereto sia ancora stata impugnata, così come nessun giudice ha concesso finora la sospensiva. Pertanto le commesse e le cassiere che decideranno di restare a casa sono nel giusto e saranno tutelate dai sindacati nelle eventuali cause di lavoro. Abbiamo fatto la stessa operazione ad Arco e, per ora, abbiamo avuto pienamente ragione».

Il problema, tra l’altro, non riguarda solo Bolzano, dove a Pasquetta resteranno aperti quattro punti vendita Aspiag, gli 80 negozi del Twenty, ma anche diversi marchi della grande distribuzione come Zara, Sisley, Benetton, H&M e tanti altri.

«Abbiamo avuto segnalazioni analoghe - sottolinea Baldessari della Uil - anche a Merano, Bressanone e Brunico».

In riva al Passirio resteranno aperti il Despar dei Portici e l’Interspar, mentre a Bressanone è di turno a Pasquetta l’Eurospar del quartiere di Millan.

Protesta anche una commessa di Brennero per i turni no-stop all’Outlet: «Qui siamo aperti - spiega A.T. - 360 giorni all’anno. E nessuno dice nulla».

I nervi sono tesi, come conferma Maurizio Surian della Cgil: «Soprattutto in alcune aziende della grande distribuzione il rischio è quello di arrivare allo scontro. Ci sarà chi starà legittimamente a casa dopo aver inviato per tempo la lettera al proprio datore di lavoro, ma non tutti incasseranno il colpo con stile. Chi riceverà la lettera di richiamo potrà presentarsi in ogni caso alla Cgil per formalizzare la relativa contestazione».

Stupisce, in questa bagarre, il silenzio delle associazioni di categoria, che almeno per ora hanno lasciato la parte dei duri ai sindacati.













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