Le donne guadagnano il 27% in meno

Ancora enormi disparità con gli uomini. E solo il 4% è dirigente o quadro



BOLZANO. Studiano di più, ma guadagnano di meno e restano lontane dai posti di vertice. Ancora lontana la parità uomo-donna nel mondo del lavoro. L'ennesima conferma arriva da una ricerca dell'Istituto per la promozione dei lavoratori diffusa ieri.

La differenza retributiva tra uomini e donne in Alto Adige è del 27%. Percentuale troppo alta, accusa la presidente della Commissione provinciale pari opportunità Ulrike Oberhammer, che informa, «la percentuale media del Nord Italia è del 17%». Nel settore privato il fenomeno è assai più marcato rispetto al settore pubblico. In Alto Adige è particolarmente elevato dunque la disparità retributiva tra lavoratrici e lavoratori.

Lo rileva la ricerca dell'Istituto per la promozione dei lavoratori, secondo cui il divario retributivo per genere in provincia di Bolzano è pari al 27%. Le donne che lavorano sono ancora poco presenti nelle qualifiche più elevate: appena il 4% delle dipendenti è dirigente o quadro, rispetto al 15% dei dipendenti uomini.Le lavoratrici risultano mediamente più istruite dei loro colleghi: il 37% di esse ha la maturità contro il 23% degli uomini, mentre il 15% ha laurea (12% tra gli uomini). Nonostante le maggiori qualifiche, il 27% delle donne guadagna meno di 1.000 euro al mese, mentre la percentuale tra gli uomini è del 3%. P

rendendo in considerazione solo lavoratori e lavoratrici a tempo pieno il gap permane, ma scende al 10%. Il differenziale è maggiore nel settore privato (16%) che non nel pubblico impiego, dove è quasi inesistente (1,2%). Sempre considerando i soli lavoratori a tempo pieno, la ricerca rileva che un uomo con la maturità ha una retribuzione pari a quella di una donna laureata, così come un uomo con la scuola dell'obbligo guadagna più di una donna diplomata.

Per Ultike Oberhammer della commissione Pari opportunità questi dati sono la conferma di quanto sia ancora lunga la strada da percorrere. «Prima di tutto mi dispiace constatare che in Alto Adige abbiamo una differenza retributiva ancora più marcata rispetto alla media del nord Italia, su cui già si ritiene di dovere intervenire», commenta Ulrike Oberhammer. Gli elementi che più giocano sulle differenze di retribuzione, prosegue, «sono la frequenza maggiore di part time tra le donne e la difficoltà di accesso alle posizioni dirigenziali».

Tra gli strumenti suggeriti, «garantire servizi per consentire il lavoro a tempo pieno alle madri lavoratrici, ad esempio le scuole a tempo pieno. Bene dunque il nuovo calendario scolastico su 5 giorni».













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