ECONOMIA: GLI SCENARI DEL 2010

Le imprese altoatesine e la crisi"Non è finita, serve coraggio"

«La crisi non è finita e sarà impossibile evitare licenziamenti. Per uscirne dovremo aspettare il 2012 o il 2013, ma ce la faremo: diventa decisivo un cambio di mentalità, sia per noi imprenditori sia per la politica». Christof Oberrauch al ricevimento di inizio anno degli imprenditori ha dato la sveglia. Tra i destinatari la Provincia, le associazioni economiche e l’università.



BOLZANO. «La crisi non è finita e sarà impossibile evitare licenziamenti. Per uscirne dovremo aspettare il 2012 o il 2013, ma ce la faremo: diventa decisivo un cambio di mentalità, sia per noi imprenditori sia per la politica». Christof Oberrauch al ricevimento di inizio anno degli imprenditori ha dato la sveglia. Tra i destinatari la Provincia, le associazioni economiche e l’università, presso la quale è stato organizzato l’evento.
 La crisi, certo, ma anche la ricetta per superarla. Il presidente di Assoimprenditori Christof Oberrauch non nasconde che la situazione è difficile, ma è convinto che il «sistema Alto Adige» abbia la possibilità di uscirne.
 Ieri gli imprenditori si sono ritrovati alla Lub. «Un luogo non casuale, è il segnale dell’importanza che diamo a formazione, ricerca e sviluppo», ha esordito Oberrauch. A fare gli onori di casa c’erano il rettore Walter Lorenz e il presidente della Lub Hanns Egger: «In questi anni - ha detto Egger - ci siamo avvicinati all’economia, ma dobbiamo farlo ulteriormente perché innovazione, ricerca e formazione sono centrali per uscire dalla crisi».
 Una crisi che secondo Oberrauch è destinata a durare ancora a lungo, «perché anche se abbiamo toccato il fondo, solo nel 2012 o nel 2013 torneremo sui livelli del 2008». Una crisi che avrà ancora effetti pesanti sull’occupazione: «Tutto il potenziale di produzione industriale, compreso il numero degli addetti, è ancora dimensionato sugli ordinativi di fine 2007 e inizio 2008. Non è escluso che nella seconda metà del 2010 si debba assistere a fallimenti e licenziamenti. Se non ci sarà una proroga della cassa integrazione, allora sarà impossibile evitarli».
 Ma uscire dalla crisi si può. «Ciò che occorre - detta la linea Oberrauch - è cambiare mentalità. Dopo la crisi nulla sarà più come prima». Cambiare, quindi, ma come? L’appello alla Provincia: «La manovra anticrisi è stata soprattutto un’operazione di marketing, ma almeno è riuscita a infondere fiducia. La Provincia destina poco all’industria, poco più di una mancia per un comparto che dà lavoro a 33 mila occupati e produce il 17% del Pil. I contributi diretti vanno ridotti: basta contributi a pioggia, meglio puntare sugli interventi strutturali. E meno burocrazia». Il secondo appello è alle istituzioni di ricerca: «Tis, Eurac, Lub, l’istituto Laimburg, Informatica Alto Adige e via di questo passo: non possiamo più concederci il lusso di avere tanti enti sovrapponibili, c’è bisogno di più coordinamento». Il terzo, infine, è l’appello alle imprese: «Dobbiamo farci guidare dalle nostre aziende migliori. Sono loro che possono trainarci, a partire da innovazione ed export. E noi come associazioni economiche dobbiamo essere più uniti: anche noi dobbiamo risparmiare e produrre sinergie».













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