BOLZANO

Le mani delle mafie sulla droga in Alto Adige

Le due tonnellate di marijuana sono state lavorate dalle organizzazioni criminali. Uno degli arrestati aveva contatti periodici con vari spacciatori della città


di Alan Conti


BOLZANO. I 1.800 chili di marijuana confiscati dalla squadra mobile di Bolzano in collaborazione con i colleghi di Verona rappresentano il più grande sequestro mai avvenuto relativamente al trasporto su gomma. Un’operazione imponente che mette in luce i legami che le mafie hanno in Alto Adige. Parte delle quasi due tonnellate di stupefacente trasportato nel furgone di proprietà dell’azienda del 55enne veronese Nereo Figaro, infatti, è passato sotto il controllo della criminalità organizzata. Alcuni dei sacchi contenevano fiori e parti delle piante in arrivo dall’Albania ma altri erano stati lavorati e confezionati sottovuoto in quelli che tecnicamente vengono chiamati “cuscini”. Una tecnica utilizzata proprio dalla mafia e molto poco comune nei traffici in arrivo dall’estero. È poco probabile, inoltre, che un carico così cospicuo attraversi il Sud senza che la criminalità organizzata non lo sappia. Sul mercato, infatti, un simile quantitativo di marijuana può fruttare anche 14 milioni. Difficile che un simile capitale si sposti senza dare nell’occhio e contare su coperture importanti. Sarà fondamentale, ora, capire quale sia l’organizzazione di riferimento. Vero che i poliziotti hanno individuato il camion con il carico a Locri (Reggio Calabria) e poi a Salerno ma è probabile che, prima, il mezzo abbia attraversato la Puglia. In Calabria, infatti, si è limitato a caricare delle arance come diversivo.

La polizia di Bolzano e Verona sequestra 1.800 chili di marijuana

BOLZANO. Quattro arresti, auto requisite e 1,8 tonnellate di marijuana sequestrata. Le squadre mobili di Bolzano e Verona hanno messo a segno una delle operazioni più importanti di sempre sil traffico su gomma. (Video Polizia di Stato)

Alcuni dettagli escluderebbero il coinvolgimento della ’Ndrangheta per concentrarsi più sull’area della Sacra Corona Unita ma queste sono solo piste investigative. Il concreto, invece, parla di un collegamento diretto tra le mafie e la droga venduta in Alto Adige. In questo caso la figura chiave è quella di Dragan Nikolic, cittadino serbo di 59 anni, che è stato seguito con cura dagli uomini della IV sezione della squadra mobile di Bolzano comandata da Giuseppe Tricarico. L’uomo, infatti, ha diversi precedenti di polizia e si è spinto spesso a Bolzano. In una di queste occasioni è stato fermato a bordo di un’auto a noleggio austriaca (utilizzata per non destare sospetti) pagata proprio dal veronese Figaro. Il primo collegamento tra i due, dunque, è stato verificato a Bolzano ed è sempre da qui che ha cominciato a stringersi il cerchio attorno all’organizzazione. Nikolic, infatti, ha avuto più volte contatti con i piccoli spacciatori della provincia. Il carico che stava conducendo nel magazzino di Buttapietra sarebbe sicuramente servito al mercato altoatesino. Naturalmente il quantitativo è tale da ipotizzare traffici anche a Trento Mantova, Milano e verso il Nord Europa secondo le direttrici più usuali dello spaccio. Seguendo Nikolic, in realtà, gli inquirenti si aspettavano di incrociare ingenti quantitativi di cocaina in arrivo dal Nord Europa . Il tragitto, invece, è stato al contrario.

Un lavoro certosino da parte dei poliziotti che Tricarico rivendica con soddisfazione. «Questa indagine, condotta dal pm Igor Secco, è stata praticamente a costo zero. Non abbiamo dovuto mettere sotto sequestro nessun cellulare nè ricorrere a particolari tecniche investigative. Abbiamo seguito il metodo tradizionale e questo è motivo di orgoglio. Ha funzionato molto bene il sistema di telecamere che è stato installato nell’Italia meridionale. L’auto e il camion sono stati seguiti così fino a Bologna dove sono intervenute le pattuglie». Tra gli arrestati dell’operazione chiamata “Expo 2017” figurano anche Goran Vasiljevic e Aleksandra Peric, entrambi cittadini serbi di 44 e 43 anni. Il primo guidava il camion frigo fino a Verona, la seconda lo seguiva in automobile.

A Figaro, residente ad Isola della Scala (Verona), sono state confiscati una Ferrari, una Rolls Royce, due camper ed un furgone a testimonianza di un tenore altissimo di vita.













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