Le spese "riservate" di Durnwalder nel mirino del Governo

Avvocatura dello Stato in giudizio contro la Provincia davanti alla Consulta. Difeso l’operato di Schülmers: «Ci sono irregolarità gravi e sistematiche»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Duro colpo per il governatore altoatesino Luis Durnwalder: il 23 gennaio scorso il Governo ha deciso infatti di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale contro la Provincia che a dicembre aveva sollevato un conflitto di attribuzione (nei confronti dello Stato) contro il decreto di sequestro di documenti - dal 1994 in poi - ordinato dalla Procura regionale della Corte dei Conti nell’ambito dell’inchiesta sui cosiddetti «fondi riservati», i 72 mila euro l’anno che il presidente della giunta provinciale ha a disposizione per spese riservate ma comunque sempre connesse all’esercizio della sua funzione. Il presidente del Consiglio dei ministri, con una lunga “memoria” firmata da Gianni De Bellis dell’Avvocatura dello Stato, spiega nel dettaglio i motivi per cui il ricorso della Provincia vada ritenuto «infondato e inammissibile».

I rilievi. Non c’è stato, precisa il Governo, «un controllo generalizzato da parte della Corte dei Conti», ma il procuratore regionale Schülmers ha deciso di agire e sequestrare tutta la documentazione utile, dal 1994 in poi, dopo aver ravvisato diverse irregolarità «in un primo procedimento per responsabilità amministrativa», quello sulle spese per l’organizzazione della festa per il 70esimo compleanno di Durnwalder.

E già «da un primo sommario esame della documentazione sequestrata» era emersa l’esistenza di gravi irregolarità nella gestione delle spese riservate. Tra le spese citate, «aventi in molti casi una matrice esclusivamente personale», vengono citate il dentista, l’assicurazione, il cambio gomme e la benzina per l’auto privata. Ma anche l’Ici, il canone Rai per Bolzano e Falzes, medicinali e alimentari.

Dalle carte si evince che il Governo ritiene più che fondata la decisione di acquisire documenti anche di periodi antecedenti al termine di prescrizione di 5 anni, in quanto la prescrizione «in caso di occultamento doloso del danno» scatta dalla data della scoperta, ovvero il 12 ottobre 2012. E questa tesi sarebbe suffragata da diverse circostanze: «la probabile natura dolosa degli apparenti illeciti commessi da Durnwalder; l’utilizzo del fondo delle spese riservate come fonte di provvista per altre spese di dubbia liceità o non giustificabili; la mancata sottoposizione delle spese riservate ad una forma di controllo interno compatibile con i principi di contabilità pubblica; la deliberata sottrazione delle spese riservate a forme di controllo esercitate da altri organi provinciali».

L’autobiografia. Nel decreto di sequestro viene indicato, a titolo di esempio, il caso «delle spese sostenute dalla Provincia per agevolare la stampa di un’autobiografia personale di Durnwalder (alla correzione delle cui bozze lo stesso aveva collaborate) appositamente convogliate sul Sofo (il «Sonderfond», quadernetto tenuto dalle segretarie nel quale sono indicate le spese riservate ndr) per sottrarle ad una verifica interna azionata da un’interrogazione di Andreas Pöder», a cui Durnwalder aveva risposto che la Provincia non aveva speso nulla per la stampa del libro.

Le conclusioni del Governo. Essendo questa la situazione - scrive Gianni De Bellis dell’Avvocatura dello Stato - «non si vede come la Provincia possa ravvisare una volontà della Procura regionale della Corte dei Conti invasiva della competenza della Provincia stessa», tenuto conto che: l’indagine è sorta per l’uso a fini personali (festa di compleanno del presidente) di un immobile pubblico a cui è seguito il sequestro dei documenti delle spese riservate del 2011; da questa documentazione «sono emerse irregolarità così gravi e sistematiche da far presumere la loro non occasionalità ed estensione anche a periodi precedenti»; c’è il fondato sospetto di un occultamento degli illeciti (il che impedisce la prescrizione)». E tanto basta e avanza, secondo l’Avvocatura dello Stato, per giudicare infondato il ricorso della Provincia. E questo - spiega l’avvocato De Bellis - indipendentemente dal fatto che i rilievi avanzati dalla Procura «trovino o meno conferma davanti all’organo giudicante».

Il Governo difende, dunque, a spada tratta l’operato di Schülmers. «Nel decreto di sequestro sono indicati fatti e notizie idonei a far presumere l’esistenza di illeciti produttivi di danno erariale e ci sono motivazioni ragionevoli e sufficienti che inducono ad estendere l’indagine anche ad annate precedenti al quinquennio». Ora toccherà alla Corte Costituzionale valutare se schierarsi dalla parte di Governo e Procura o se dare ragione alla tesi - a questo punto sempre più debole - della Provincia.

Le speculazioni. C’è chi ritiene che il Governo, con questa presa di posizione, possa turbare in qualche modo la competizione elettorale. In realtà è vero il contrario. A dettare i tempi del procedimento è stata la Provincia che ha presentato il ricorso il 14 dicembre. Da quella data il Governo aveva 40 giorni esatti per rispondere.

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