Le vietano di uscire con un italiano, fugge

La storia di una giovane musulmana, che vive nascosta in una casa protetta: «Sei miei mi trovano, mi ammazzano»


di Susanna Petrone


BOLZANO. Una ragazza musulmana di 18 anni manca da scuola da diversi mesi. I suoi genitori, infatti, hanno deciso che deve stare chiusa in casa. Non solo perché è bella e quindi “attira” troppo l’attenzione dei compagni di classe. Deve lasciare la scuola perché si è innamorata. Già, si è innamorata. E non di un ragazzo musulmano. Si è innamorata di un ragazzo italiano. Un cristiano. Un occidentale.

All’inizio la loro storia viene tenuta segreta. Lei (di cui non viene riportato il nome per non renderne riconoscibile l’identità, ndr) sa che i suoi genitori non accetterebbero mai una relazione con un non-musulmano. Ma più passa il tempo e più questo amore le fa nascere dentro la voglia di ribellarsi alle tradizioni di cui è circondata sin dalla nascita. Scopre di volere di più: vuole vestirsi come le ragazze della sua classe, non vuole portare il velo, non vuole essere accompagnata da un familiare quando esce di casa. Semplicemente: vuole vivere ed essere libera. Ma genitori - che sono molto tradizionalisti - si rifiutano di accettare dei cambiamenti. E appena notano che la ragazza si ribella, decidono che è arrivato il momento di trovarle un marito. Per prima cosa non viene più mandata a scuola. Visto che ha 18 anni, nessuno può vietare loro di farle abbandonare gli studi. Poi, si mettono alla ricerca del “ragazzo giusto”. I matrimoni combinati non sono una rarità. Se ne farà una ragione, pensano i genitori. Ma non è così. La giovane musulmana si rifiuta di essere “venduta” al miglior offerente. Non solo: perde le staffe e svela alla famiglia di essere innamorata di un bolzanino. Uno scandalo, secondo i maschi del “clan”. Il fratello e il padre la massacrano di botte. Le vietano di rivederlo. Le vietano di uscire. Le dicono chiaro e tondo: «Se lo frequenti, ti ammazziamo». Ma come diceva Oriana Fallaci: «La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere». E quindi la giovane musulmana, con l’aiuto di alcune amiche intime, fugge di casa. Pretende di essere libera, pur sapendo che il prezzo da pagare è alto.

Deve cominciare una nuova vita. Lontano dalla madre, lontano dalle amiche, lontano da Bolzano, dove è nata e cresciuta. Si nasconde in una casa protetta, fuori provincia, perché sa che suo padre e suo fratello continuano a cercarla. Ma le manca soprattutto una cosa: la scuola.

«Avevo tanti sogni. Volevo diplomarmi e poi andare all’università. Ora, invece, non posso fare altro che cercare un lavoro per potermi mantenere e vivere una vita dignitosa». Non ha denunciato i parenti. Non ha denunciato i maltrattamenti. «Mi ammazzerebbero». Deve lottare da sola. Ma lo farà da donna libera.

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