Leitner, il giallo dei soldi cambiati dal prete

Dollari e franchi in euro: operazione in banca di don Bussolino prima di salire a Elvas


Susanna Petrone


BOLZANO. Qualche giorno prima della fuga di Max Leitner il cappellano del carcere, don Giuseppe Bussolino - indagato per procurata evasione - si sarebbe recato presso un istituto bancario di Asti per cambiare dollari e franchi svizzeri in euro. Una somma ingente, secondo gli agenti della polizia penitenziaria della città piemontese.

Il sacerdote, sentito più volte negli ultimi giorni, non avrebbe dato spiegazioni della provenienza del denaro. Gli investigatori, dunque, non escludono che i soldi siano stati dati al noto rapinatore di Elvas prima della, oramai, quinta fuga. Si aggrava perciò la posizione di don Giuseppe Bussolino, che - sempre secondo i verbali della polizia penitenziaria di Asti - avrebbe cambiato più volte dichiarazioni su come e quando Max Leitner si sia allontanato dal Piemonte.

In un primo momento, infatti, il cappellano del carcere avrebbe segnalato che il detenuto non si era presentato in canonica, dove aveva obbligo di tornare ogni sera per le 21.30. Poi, dopo diverse ore di interrogatorio, don Giuseppe Bussolino avrebbe spiegato di avere accompagnato Max Leitner fino in Trentino, per poi ricambiare la sua versione, dicendo di averlo portato fino a Naz Sciaves, vicino ad Elvas, dove vive la famiglia del noto rapinatore.

Per questo motivo, alla fine, gli investigatori hanno deciso di verificare gli ultimi spostamenti del sacerdote, scoprendo che si era rivolto ad uno sportello bancario per cambiare soldi stranieri in euro. Ieri gli agenti della polizia penitenziaria avrebbe richiesto all'istituto di credito le registrazioni delle telecamere. Don Giuseppe Bussolino, invece, continua a sostenere la propria innocenza, spiegando di essersi fidato di Max Leitner, pensando che una volta vista la famiglia sarebbe rientrato ad Asti.

E intanto proseguono le ricerche da parte delle forze dell'ordine tra l'Alto Adige, il Trentino e il Piemonte. Leitner era stato arrestato la prima volta nel 1990 dalla polizia austriaca, poco prima di mettere a segno un colpo su un mezzo blindato pieno di soldi. Sin da subito, l'altoatesino ha dimostrato "insofferenza" nei confronti del carcere, tentando diverse volte la fuga e riuscendoci cinque volte in 21 anni.

Per «sponsorizzare» le proprie fughe Leitner non ha mai esitato a ricorrere a furti e rapine, pur di garantirsi ingenti somme di denaro e la speranza di non essere fermato dagli investigatori. Il rapinatore, infatti, fu arrestato dopo la terza fuga, dopo avere svaligiato una banca vicino a Brunico.

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