Limitazioni al Gasthaus Comune sotto inchiesta

Appiano, Per la riapertura della storica locanda «Zum Schenk» imposto l’orario di chiusura alle 21 forse per favorire la vendita di appartamenti signorili


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La Procura della Repubblica di Bolzano ha disposto accertamenti preliminari (che sono stati affidati alla Guardia di Finanza) su una complessa vicenda che riguarda la ristrutturazione e acquisizione della locanda storica “Zum Schenk”situata in un vecchio edificio (ora rimesso a nuovo ed ampliato) al civico 8 di via Sepp Kerschbaumer a Frangarto. Lo storico Gasthaus, al piano terra dello stabile. è rimasto in attività sino ad una quindicina di anni fa dal 1685. Per oltre trecento anni, dunque, la locanda è stata considerata punto centrale di incontro tra gli abitanti del paese ed i viandanti che portavano a valle le loro mercanzie. Nei primi anni 2000 gli eredi decisero di vendere l’edificio che passò di mano due volte. Fu così che finì nelle mani dei titolari di una società immobiliare che fiutò l’affare e progettò la completa ristrutturazione dell’immobile per realizzare appartamenti signorili immersi nel verde ma a due passi dalla città. La fase di ristrutturazione subì ben tre varianti in corso d’opera. In un primo tempo infatti la nuova proprietà aveva progettato appartamenti anche al piano terra , al posto della storica locanda. Successivamente il progetto venne modificato per ospitare, a piano terra, una biblioteca. Con una terza variante, chiesta su intervento diretto dell’amministrazione comunale, venne progettata la riapertura di quello che era sempre stato lo storico Gasthaus caro a tutti i residenti. In effetti furono proprio questi ultimi a mobilitarsi chiedendo - con una petizione popolare - che il Comune acquistasse parte dell’antica costruzione per riaprire la storica locanda. Il consiglio comunale riconobbe l’effettivo interesse pubblico. Successivamente la giunta incaricò il sindaco di stipulare un contratto preliminare con la società immobiliare proprietaria dello stabile (la società Immobilien Ritten sas di Adolf Kohl). Con un particolare non di poco conto: nella delibera del 10 luglio 2007 si affermava che l’immobile era considerato di interesse pubblico e che, se non fosse stato trovato un accordo per l’acquisizione del piano terra, si sarebbe potuto anche procedere con la formula dell’esproprio. In realtà il Comune trovò un accordo con il costruttore: acquisì il piano terra dell’immobile semplicemente concedendo un aumento di cubatura in fase di ristrutturazione all’impresa. In sostanza il Comune non spese un centesimo ma permise al costruttore di aumentare il business aumentando la cubatura concessa al fine di poter realizzare un numero di appartamenti superiore al previsto. Successivamente, chi ha comperato gli appartamenti non fu mai informato che sarebbe stata riaperta la vecchia locanda tanto che gli interessati, una volta venuti a conoscenza del progetto finale, fecero ricorso al Tar chiedendo invano l’annullamento della licenza per la riapertura dello storico Gasthaus la cui gestione è stata affidata dapprima all’associazionismo locale (il “Kulturausschussen” di Frangarto) e poi ad una ristoratrice (Priska Hildegard Schenk) che però ha scoperto sulla sua pelle gli effetti di un presunto «grande favore» fatto dall’amministrazione comunale al costruttore. Probabilmente al fine di evitare un deprezzamento degli appartamenti signorili realizzati sopra lo storico Gasthaus, il Comune si è impegnato a concedere la licenza per la gestione del ristorante solo con l’obbligo di chiusura alle 21. Una limitazione pesantissima che però avrebbe favorito la vendita degli appartamenti. Di qui la presentazione di un esposto in Procura per abuso in atti d’ufficio.

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