IL CORDOGLIO

Lutto sulle Dolomiti: Armin Holzer muore con il parapendio. Profondo cordoglio in tutto l'Alto Adige

Il campione di slackline, 28 anni di Sesto, è precipitato subito dopo il lancio dal Monte Piana



DOBBIACO. È morto schiantandosi con il parapendio, sotto gli occhi di un amico. Armin Holzer ha finito ieri tragicamente le sue corse nei cieli, le sue sfide all’equilibrio e alla gravità. Un incidente dalla dinamica ancora da verificare nei dettagli ha tolto la vita all'atleta di Sesto Pusteria nella zona nord del monte Piana, nel territorio comunale di Dobbiaco.

Funamboli a passeggio tra le Torri del Vajolet

“Equilibristi” tra Delago, Stabeler e Winkler. Le Torri del Vajolet sono state teatro dell’ultima impresa dello slackline-rider pusterese Armin Holzer: lo stesso che, dopo la “passeggiata” sulle Tre Cime di Lavaredo (2011), a 24 anni (2012) ha conquistato il Guinnes per la più alta traversata al mondo su una fettuccia a 5.000 metri d’altezza sul Muztaghata (Cina). Con lui, sul Catinaccio, c’erano anche il californiano Braden Mayfield e Mattia Felicetti, 23 anni di Someda, maestro di sci, accompagnatore di territorio, membro del soccorso alpino di Moena nonché appassionato di slackline, sport (simile al funambolismo) con cui si esercita l’equilibrio camminando su una fettuccia piana di poliestere tesa tra due punti.

 

Erano circa le 16, Holzer, 28 anni, e un amico trentino erano saliti fino alla Forcella dei Castrati, a 2.270 metri. L’amico si è lanciato ed è atterrato senza problemi. Holzer, che generalmente volava con un parapendio speciale, più ridotto nelle dimensioni e più veloce, studiato e realizzato per una disciplina chiamata speedgliding. ha invece perso il controllo della vela poco dopo il decollo. È successo qualcosa di sbagliato e Holzer, tanto esperto da essere un maestro della disciplina, è precipitato.

Una telefonata dell'amico alla centrale di soccorso del 118 ha descritto il giovane impigliato in una roccia, a testa in giù, incapace di rispondere ai messaggi disperati.

Poi è partita la corsa dei soccorsi, complicata dalla zona impervia dell'incidente e dall’ora inoltrata nel pomeriggio, con il buio imminente.

L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, temendo con lo spostamento d'aria dei rotori di far sollevare la vela bloccata su uno sperone, ha fatto appena in tempo a sbarcare l'equipaggio di medici e sanitari e a caricare l'amico di Holzer, portato all'ospedale di Pieve di Cadore in stato di choc, ma non ferito.

A quel punto, la speranza di poter ancora aiutare il parapendista di Sesto Pusteria e la possibilità di raggiungerlo e recuperarlo sono state affidate agli uomini del Soccorso alpino della Guardia forestale di Belluno e delle stazioni del Soccorso alpino di Auronzo e Dobbiaco guidati da Norbert Pahl, sopraggiunti in jeep e avvicinatisi alla zona a piedi.

Con la sera e l’elicottero impossibilitato a decollare ancora, i soccorsi sono stati aiutati dall’arrivo dei vigili del fuoco di Monguelfo, attrezzati con un grande faro.

Quando i soccorsi hanno localizzato Holzer e l’hanno liberato dalla vela, il giovane era morto. Ancorata la vela, i soccorritori hanno imbarellato la salma e l’hanno trasportata fino a valle per affidarla al carro funebre.

Il cielo e le monatgne. Lo chiamavano l’uomo che cammina sul filo delle Dolomiti. Armin Holzer era un campione della slackline, la corda sospesa sul vuoto. Aveva il record mondiale per la corda più alta, ad oltre 5.000 metri sul Muztagh Ata in Cina, come anche il record italiano di lunghezza di highline (104 metri) e quello di altezza sulla Marmolada a 3.200 metri. Il parapendio era un’altra delle sue passioni o, meglio, lo speedgliding, il parapendio veloce, più piccolo.

Armin racconta la sua passione per lo slackline

Ma Holzer era anche un maestro di sci. Insomma, “amava lo sport e la montagna”, come ripete Hans Peter Fuchs, presidente del Cumulus club di Sesto Pusteria che annoverava Holzer fra i parapendisti iscritti. “L’ho incontrato proprio oggi - ricordava ieri Fuchs - ci siamo visti al bar. Lui era gioviale, simpatico, come sempre. Un bravo ragazzo, entusiasta di tutto ciò che faceva. Un sorriso e la voglia di fare sport. In Val Pusteria lo conoscevano tutti e tutti lo piangeranno”.

“Era un campione - aggiunge Manfred Lanzinger dell’Aeroclub Dobbiaco - ma tutte le discipline di cui era appassionato non le praticava solo per il risultato. Anzi. Holzer amava insegnare lo sport ai più giovani e per loro era un punto di riferimento. Le sue performance sulla slackline sono diventate famose, le immagini che lo ritraggono sulla Marmolada e sulle Tre Cime hanno fatto il giro del mondo”. Di Holzer resteranno i record, ma soprattutto il suo modo totale di vivere la natura e lo sport, di inseguire emozioni all’aria aperta, nella valle dove era nato e ovunque la montagna offrisse la possibilità di una scoperta e di un brivido.

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Era anche un ragazzo molto impegnato nel sociale. Due anni fa era stato il testimonial della corsa di Bolzano contro la violenza sulle donne.













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