Magdalena, la regina del rinato «Fraueler» Il vino delle donne

Dopo aver girato il mondo l’enologa Schuster torna a casa Fra le sfide: far rinascere le antiche varietà sudtirolesi


di Angelo Carrillo


BOLZANO. Alle soglie dei 40 anni Magdalena Schuster lavora ancora per tornare a casa. Strano destino quello di tanti altoatesini cosmopoliti: solcano le vie del mondo per ritornare spesso, tra le amate, anche se a volte anguste, montagne. Così la bella ragazza della Val Venosta, laureata in enologia in Germania, arricchita da un intenso bagaglio di esperienze professionali in aziende vitivinicole italiane – Sicilia, Puglia - fino all’altro capo del globo in Nuova Zelanda, sta ora costruendo casa nelle vicinanze del maso di famiglia. “A volte tutto quello che ti occorre è lì, racchiuso in poche centinaia di metri quadrati di vigne” Spiega Magdalena. 1,2 pettinatissimi ettari, per la precisione. E quattro di meleti. «Qui sono felice, e ho deciso di ricominciare». Il Befehlhof è un maso storico. Si trova sui soleggiati pendii del paese di Vezzano in Val Venosta, a 710 metri sul livello del mare, testimone di una antica tradizione di operosa attività viticola sin dal 1070 alle dipendenze dal monastero Frauenkloster in val Müstair. Il Befehlhof viene nominato la prima volta nel 1313 sotto il nome “Bovellum” per la decima consegnata al monastero a Tubre. Oswald Schuster, il papà di Magdalena, e la sua famiglia iniziano a metà degli anni 70 a riqualificare il vigneto posto sul versante assolato della Val Venosta. Vi pianta Müller Thurgau, Riesling, Pinot Bianco, ma conserva anche l'antica varietà bianca venostana del Fraueler, uno dei più antichi vitigni sudtirolesi conosciuti, poi Pinot Nero e Zweigelt. Oggi il maso è in fase di riconversione al biologico. Un bel progetto che Magdalena ha affrontato con grande determinazione. «Se vivi accanto al tuo vigneto vuoi un ambiente sano in primo luogo per te e per i tuoi familiari e un vino buono, in tutti i sensi, anche per chi lo acquista e beve».

E quanto importante sia il valore della famiglia e della salute, Magdalena, lo sa bene. Due sorelle affette da sordità hanno segnato anche la sua esistenza. «Ma questo handicap non ha impedito loro di essere splendide donne impegnate: mia sorella maggiore insegna all’università di Vienna il linguaggio dei gesti e mia sorella più piccola è una apprezzata artista figurativa». Magdalena, invece, ha seguito le orme paterne come solitamente fanno i primogeniti dei contadini sudtirolesi. «È stato facile, direi che non ho mai avuto dubbi su quello che avrei studiato e fatto». Perché il vino è tanta parte della vita di Magdalena. «Un amore totalizzante». Di certo i suoi vini sono buoni. Molto buoni. A partire dal Riesling di cui papà Oswald è stato un pioniere – dalle belle tonalità verdoline, con una grande limpidezza e profumi che richiamano agrumi in via di maturazione, erbe aromatiche e una sapidità minerale - tra i primi a coltivare tra queste sponde siccitose e assolate della Val Venosta. Poi il Pinot Nero - austero sin dal colore che concede poco ma racchiude la nobiltà di un carattere elegantissimo. Ma anche specialità come lo spumante "Sällent", cuvée di Pinot Bianco-Riesling. Poi alcuni notevoli distillati. E poi il Fraueler, questo antico vitigno che resiste ai freddi e racchiude una nota acida estrema che, pare, un tempo venisse svolta in una veste dolce. Fraueler - il vino delle donne/Frauen, racconta l’aneddotica. «Lo raccolgo insieme alla sorellanza - tante amiche della valle – donne piene di passione come me in una festa dedicata a noi che concludiamo con una bella merenda in mezzo alle vigne». Un rito che si rinnoverà fra pochi giorni. Per brindare con quel bel bicchiere di vino, che non può mai mancare alla festa delle donne piene di passione.













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